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Mixer

/ NOVEMBRE 2016

LA PROFESSIONE

Le materie prime

Un parametro di estrema importanza

per conoscerne le potenzialità di una

farina è la “forza”, che viene espressa

con il parametro W. Di che cosa si tratta?

Un disco di pasta realizzata con acqua

e la farina viene gonfiato mostrando le

sue capacità di trattenere l’aria fino alla

rottura. Il comportamento del disco viene

registrato: a seconda del risultato in termini

di pressione e di estensione si definiscono

diverse. Maggiore è la forza (ossia l’energia

che serve a rompere la bolla), maggiore

sarà la capacità dell’impasto.

In base alla forza della farina le farine si

dividono in farine deboli, di media forza

e forti. Le farine deboli sono quelle con

un indice W inferiore a 160; quelle di media

forza presentano un W compreso tra

160 e 300; le farine forti possono avere

un W che arriva anche oltre 400.

Le farine deboli si prestano a utilizzi

in processi che richiedono lavorazioni

e lievitazioni brevi, per esempio per

la produzione dei biscotti. Le farine di

media forza sono quelle impiegate per

fare prodotti di pasticceria non troppo

lavorati, pasta sfoglia, pane, pizza. Le

farine forti vengono invece utilizzate per

la realizzazione di impasti a lunghissima

lievitazione sia in pasticceria (pandori,

panettoni) sia in pizzeria (pasta per pizza

in teglia realizzata con metodo indiretto).

DEBOLI, MEDIE E FORTI:

LE DIFFERENZE

PRESSIONE

RAGGIO DELLA BOLLA

L

P

W

damentale per accelerare i processi digestivi. È vero che

la pizza, nella maggior parte dei casi, è un prodotto che

raramente si mangia più di una volta alla settimana e che

un’eventuale carenza di fibre, vitamine e sali minerali nella

farina puòesserebilanciata con altri alimenti, ma questa non

è una buona scusa per offrire al consumatore un prodotto

che potrebbe essere migliore. Ecco perché è fondamentale

conoscere le farine e sapere come adoperarle.

In particolare si sta diffondendo sempre di più, non solo

nella ristorazione gourmet, l’impiego di farine realizzate

con tecniche molitorie tradizionali. Quando e perché sce-

gliere questo tipo di farine?

Anche la tecnicamolitoria ha la sua storia e la sua importanza

sullaqualitàdel mangiar sano. Una tecnica anticameno inva-

siva emoltopiù lenta permette di non snaturare il passaggio

dal grano a farina, conservando gran parte della naturalità

degli elementi che compongono la farina. Nella lavorazione

a pietra il movimento rotatorio inverso delle due pietre che

macinano il grano è circa 100 volte più lento delle macine

industriali. Inoltre le parti a contatto con l’alimento sono

pietrenaturali che, rispettoall’acciaiodellemacinemo-

derne, hannouna resistenzaedun’aggressivitàminore.

M