MAGGIO 2017 /
Mixer
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33 allo Zenzero a base di grappa
di Prosecco invecchiata ed estrat-
to allo zenzero lanciato nel 2016
dalla Distilleria Andrea Da Ponte),
nonché del boom degli amaro bar
negli Stati Uniti (VEDI BOX) e del
revival dei drink vintage (spesso a
base di amaro). Risultato? “Oltre a
essere richiesto come aperitivo o after dinner, sta diventando
protagonista del mondo della mixology come ingrediente o
semplice dash”, osserva
VirginiaDucceschi
, classe 1992, bar-
lady dello storico Rex di Firenze, tra le ideatrici e responsabili
del nuovo locale estivo sul Lungarno Molo 5. Le ragioni del
boom dell’amaro le
spiega Giuseppe Suriano
, alias Geppo
Sartoriale, bar manager del B-Side
LiveMusicPubaRende inprovinciadi
Cosenza, che in carta ha diversi drink
rivisitati con l’AmaroJeffersondiVec-
chio Magazzino Doganale. Qualche
esempio? Presto detto: dall’Ameri-
cano al Negroni fino al Boulevardier.
“Richiestissimo è poi il Dopolavoro,
una ricetta di Vecchio Magazzino
Doganale a base di Jefferson Amaro
Importante, Roger Bitter extra Strong, Carlo Alberto Riserva
Vermouth Rosso e tre dash di tintura di Jefferson”, aggiunge
Suriano. Che poi puntualizza: “L’abbinamento tra distillati e
amari è una frontiera in parte ancora da scoprire e rappre-
senta una grande opportunità per rivisitare in chiave moder-
na alcuni grandi classici quasi dimenticati negli ultimi anni”.
GIUSEPPE
SURIANO
VIRGINIA
DUCCESCHI
CASE HISTORY
AMERICANE:
DA NEW YORK
A SAN FRANCISCO
Mentre in Italia la riscoperta
dell’amaro è un trend recente,
ormai da diversi anni a San Fran-
ciscoe aNewYorkquesto classico
liquore italiano è tra i prodotti più
amati. Non a caso in entrambe le
città spopola il format degli amaro
bar, che invece da noi è ancora inedito.
“A San Francisco la parte del leone la fa Fernet-
Branca, ma tutti gli amari italiani sonodiffusissimi.
E oltre ai marchi più noti e
popolari,ci sono pure alcune
etichette create ad hoc per
il mercato USA”, ci racconta
Massimo Stronati,
master
mixologist del Vina Enoteca
italian cocktail-restaurant di
PaloAlto (California).Un loca-
le che offre, tra i vari servizi,
anche un carrello degli amari
con ben 30 differenti referenze e una proposta di
degustazione di tre amari a prezzo ridotto.
Da una costa all’altra
degli USA:
Matteo
Zed
, bartender del
BlackTail e bar ma-
nager dell’Ammaz-
zacaffè di New York,
nonchéprotagonista
della nostra nuova
rubrica
Mixing in
NY
su MixerPlanet
osserva: “Io scommetto che la moda dell’amaro
si consoliderà e si trasformerà in cultura. Ecco
perché dopo aver studiato prodotti e
tecniche di preparazione ho deciso di
creare il primo restaurant cocktail bar
di New York che punta sul connubio di
amari e cibo Italiano insieme allo chef
Gary Tackett e alla sommelier Kelly Hau.
Con la speranza di aprire in futuro un
format analogo a Roma”.
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STRONATI
MATTEO ZED
Foto: Andrea Pacini