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MAGGIO 2017 /

Mixer

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a lungo dimenticate, talvolta sostituite da sapori sintetici

che, seppur in grado di mantenere un gusto similare, non

sono in grado di trasmetterne i benefici.

Stiamo assistendo a un rilancio del vermouth da parte di

numerose industrie liquoristiche italiane. Qual è il legame

tra botanicals e vermouth?

L’Italiaèunterritoriocaratterizzatodadiverse fasceclimatiche

che hanno da sempre favorito una biodiversità vegetale da

cui traggonooriginenumerosi prodotti inambito liquoristico,

come ad esempio il vermouth. Parliamo di un liquore che fu

inventato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino,

che scelsequestonome riadattando il termineWermut, con il

qualevienechiamata, in lingua tedesca, l’artemisiamaggiore.

Molti non sanno infatti che l’assenzio (artemisia absinthium) è

appunto l’ingrediente principale del vermouth. Il preparato

nasce a scopo medicinale nel medioevo per poi trasformarsi

nel tempo in ‘vino da meditazione’.

L’assenzio stesso è un prodotto di grande appeal ultima-

mente in ambito mixability…

Esatto! Si trattadi un finissimo liquore tantodiscussoquanto

decantato, la cui ricetta risale al XIX sec. Ricetta messa a

punto nel 1792 da Pierre Ordinaire, medico francese, come

tonicoe toccasana, l’assenziodivennecosì famosocheanche

altri cominciarono a distillarlo e fu soprannominato “ La Fata

Verde”. Nacque così la bevanda dei poeti maledetti che fu

d’ispirazione del modo di vivere bohémien. Nel 1915, l’as-

senzio venne vietato in Francia e nel 1931 in Italia. Solo nel

1998 avviene la riabilitazione da parte dell’Unione Europea

che ne consente oggi la vendita legale.

L’assenzio si consuma diluito con acqua ghiacciata e zucche-

ro, ma sono numerosi i bartender che lo impiegano come

ingrediente ‘speciale’ per realizzare originali cocktail.

Facciamo un passo indietro. Ci racconti da cosa nasce la

sua passione per questo argomento e ci presenti la sua

attività.

La Sarandrea Marco & C. S.r.l. nasce per onorare l’eredità

meravigliosa dei Monti Ernici (una catena montuosa del Su-

bappennino laziale) dove, secondo la leggendariadescrizione

del Vescovo Febronio, tra la valle degli odori e la valle dei

fiori esiste “l’Orto del CentauroChirone”, è nata la tradizione

dello studio e della conoscenza delle virtù terapeutiche delle

piante officinali. Noi proponiamo prodotti fitoterapici di alta

qualità ottenuti con metodi semplici. Preferiamo, quando è

possibile, approvvigionarci direttamentedellamateriaprima,

percorrendo, senza fretta, gli antichi sentieri dei Monti Ernici,

gli stessi cheuntempopercorrevanogli erboristideimonasteri

a cui si deve la tradizione liquoristica italiana.

Il vostro obiettivo è creare una ‘officina olfattiva’, una

sorta di scuola di formazione per insegnare alla categoria

dei bartender a riconoscere i sapori/odori…

Esatto. Io penso che alla base di questa nuova tendenza

nella mixability a impiegare erbe naturali, ci debba esse-

re una conoscenza della materia che si può ottenere solo

mediante una formazione specifica. Il mio obiettivo, quindi,

assieme a Planet One, è proprio creare un corso specifico

che possa tradursi nella creazione di una ‘officina olfattiva’

dove impararea riconoscere lebotanicheal finedi impiegarle

sempre di più, e sempre più correttamente, nei cocktail e

nel food paring. Host 2017, sarà il trampolino di lancio di

questo progetto. Per cui aspettiamo tutti i lettori di

Mixer per immergersi inquesta esperienza sensoriale!

M