Table of Contents Table of Contents
Previous Page  86 / 108 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 86 / 108 Next Page
Page Background

84

Mixer

/ GIUGNO 2017

Il Sommelier

OSPITALITÀ E SPECIALITÀ ENOGASTRONOMICHE:

ECCO PERCHÉ LA ROMAGNA

È UNO SCRIGNO DI TESORI APPREZZATO DAI TURISTI

Romagnolo verace,

Luca Gardini

inizia giovanissimo la sua

carriera, divenendo Sommelier

Professionista nel 2003 a soli 22

anni, per poi essere incoronato,

già l’anno successivo, miglior

Sommelier d’Italia e – nel 2010 –

Miglior Sommelier del mondo.

R

omagnamia.Nonlacanzonemailterritorio,chesento

mio per tante ragioni. Due a caso? Ci sono nato e ci

vivo.Nonostanteabbiagiratoegiri ilmondo, non c’è

luogocon le stesse caratteristicheovveroaccoglien-

za, qualità e tipicità. Vi sembra poco? Pensate allora a quella

capacità, non ci sono corsi per apprenderla veramente, che è

uno dei caposaldi, o almeno dovrebbe essere, del turismo di

casa nostra: l’ospitalità. Una dote unica, fortemente radicata

da queste parti, che porta da decenni stranieri e non solo, a

fare valanghe di chilometri per arrivare in quel di Cervia o di

Riccione. Motivo? Vengono perché si sentono come a casa o

forse anche meglio.

I TESORI ROMAGNOLI

Il merito va anche alla tavola romagnola, contraddistinta da

semplicità e sapori intensi, a loro volta determinati da pochi,

ma decisivi, accostamenti. Poi la piadina. Se pensiamo che

l’hamburger, di fatto un panino con della carne nel mezzo, ha

ormaicolonizzatoilmondo,lapiadina,fattadigusto,territorioe

pergiuntadimanualità, nonsi capiscecomenonpotrebbefare

lo stessopercorso. Specie se ne consideriamo la sua versatilità

di consumo, a tavola come per strada, o di combinazioni: le

farciturepossibili sonopraticamente infinite. Il vinoche sinoad

alcuni fa poteva costituire un punto debole di questo sistema,

da anni sta migliorando notevolmente.

LA SCOPERTA DEL TERRITORIO

Il progresso è seguito a un processo, non ancora terminato

e soprattutto non ancora complessivo, basato sulla presa di

coscienza delle qualità dei diversi territori da parte degli stessi

produttori. Chi persevera nel far vini pensando che il Sangio-

di Luca Gardini

Un territorio unico, casa mia

LA PROFESSIONE

vese sia uguale per tutti, continuerà a scimmiottare realtà più

consolidate, almeno nell’immaginario collettivo, e comunque

differentiperterritorio,stileetantoaltroancora.Capireinveceil

proprio territorio, fattodi suolo, esposizione, climaealtitudine,

significa conoscerne le peculiarità, così da adattarle al meglio

al proprio stile produttivo. Un vino insomma che oltre ad aver

qualcosa da dire o da raccontare realmente, con buona pace

dellemodernetecnichedistorytelling,possaaddiritturaparlare

un linguaggio basato sulla verità.

IL RACCONTO – VERO – DELLE AZIENDE

La verità rende liberi – dice la Bibbia – e molte aziende, senza

rischiare di essere blasfemi ma solo sinceri, hanno deciso di

dire la verità, tutta la verità nient’altro che la verità, sui rispettivi

territori di produzione. Penso, ad esempio, all’azienda agricola

I Sabbioni. In provincia di Forlì, dove per altro fu ritrovato un

reperto di mammouth che ancora viene rappresentato in eti-

chetta, si coltiva il Sangiovese. Solo Sangiovese, a ribadire il

legame che l’azienda ha con il vitigno più diffuso in Romagna.

A questo si aggiungono quei terreni sabbiosi capaci di carat-

terizzare il vino in chiave elegante e sapida. Una caratteristica,

quella del gusto salato, che ritroviamo in tutte le etichette de

I Sabbioni, come quella che porta il nome di Sangiovese di

Romagna Oriolo, vino in cui la menzione geografica (Oriolo),

come fanno da anni in Francia, è un ulteriore aspetto in grado

di linkare il vino al luogoda cui proviene. Vorrei anche ricordare

Torre San Martino, piccola realtà di Modigliana, ma anche una

grande, e parlo anche di numeri oltre che di blasone, realtà

produttiva come la cantina Umberto Cesari. Partendo pro-

prio da quest’ultima bisogna in particolar modo rimarcare il

cambio di rotta intrapreso dall’azienda, che ha rinunciato ad

un timbro internazionale per riappropriarsi di un ‘sapore’ più

territoriale, fatto di struttura più misurata, ma anche di grande

bevibilità. I medesimi aspetti, aderenza con il luogo e doti di

beva, che hanno dato il “LA” ad un’azienda, Torre SanMartino,

basata su un vigneto addirittura scoperto per caso. Il resto

lo fanno i terreni di Modigliana, in grado di determinare vini

spesso sottili, dritti, talvolta austeri e quindi poco piacioni, ma

indubitabilmente aderenti al luogo da cui provengono

ovveroquellochequalcuno,mecompreso, chiamacasa.