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Mixer

/ SETTEMBRE 2017

IL PUNTO

del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani

P

arlare dell’abusivismo che caratterizza il nostro set-

tore

significa, daunaparte, affrontareuntemapurtrop-

po ancora di grande interesse ed attualità, dall’altra,

invece, rischiare di fare dell’autolesionismo, perché,

se nonostante denunce e lamentele, il fenomeno persiste,

qualche responsabilità e colpa potrebbe comprensibilmente

essere attribuita a chi ha la responsabilità di rappresentare il

comparto, al quale addebitare distrazioni o scarsa efficacia

nell’azione di contrasto.

Lo stile della Federazione, però, è quello di andare oltre i luo-

ghi comuni e le comode convenienze, cercando, cioè, di stare

sempre sui problemi, considerandoobiettivamente le interpre-

tazioni che possono poi essere date a questa difficile attività

di presidio sindacale.

Innanzituttol’abusivismohacertoterrenofertilenellalentezza

edebolezza

con laqualeècontrastatodallanormativa,ma trova

un forte alleato proprio nella complicità e nella benevolenza

della gente. Per questomotivo, molti soggetti acquistano indif-

ferentementemercecontraffatta,interpretanonellaconcorrenza

sleale degli “Home Restaurant” e delle attività della Sharing

Economy, una modernizzazione ed una evoluzione dell’offerta

commerciale, giudicano le sagre e le feste di piazza di qualsiasi

natura un modo per aggregare e socializzare comunità, nel

segno della storia e della tradizione dei luoghi, considerando

irrilevanti i rischi e gli abusi sottostanti, oppure giustificano la

somministrazione abusiva di alcol, effettuata in occasione di

grandi raduni oconcerti, considerandolaunservizioconveniente

e comodo per assecondare voglie di trasgressione, incuranti

dell’impatto socio-ambientale e dei pericoli, che i fatti di Torino

hanno recentemente fatto emergere.

Qualsiasi intervento, quindi, non può avere piena efficacia se

non accompagnato da un cambiamento culturale

, cioè anche

da una diversa percezione e consapevolezza dei problemi e

degli effetti da parte dell’opinione pubblica, che deve recu-

perare un approccio critico alle cose, perché è paradossale

subire con indifferenza o peggio avallare con compiacenza,

salvo poi scandalizzarsi quando le conseguenze sono gravi o

subite in prima persona.

La Federazione suquesti aspetti si sta spendendo congrande

impegno

, nonsoloperchéconsapevolecheogni voltacheviene

messo in discussione il principio

“StessoMercato, Stesse Rego-

le”

, si lede una basilare regola economica, ma anche perché gli

effetti collaterali negativi di questi fenomeni comportanodanni

sociali gravi, sulla salute e la qualità della vita delle persone.

Per evitare i problemi della “

Mala-Movida

”, per favorire il disci-

plinato sviluppo commerciale e rendere migliore la convivenza

all’interno delle città, si è sostenuto il Decreto sulla Sicurezza

(D.L. 14/2017, ndr),

che offre nuovi poteri alle Amministrazioni

Comunali per riappropriarsi dei loro Territori, anche limitando,

contingentandoe regolamentandoattività sensibili come leno-

stre, chepossonogenerare indesiderati effetti socio-ambientali.

Questo nuovo strumento potrà avere giusta efficacia solo ad

una condizione

e, cioè, che parallelamente si proceda con un

diverso approccio nei confronti di un abusivismo imperante,

che sfrutta ogni occasione per fare affari, incurante dei divieti,

limitazioni ed obblighi in capo agli Esercenti.

Stesso discorso per le Sagre, sulle quali registriamo un positivo

attivismo di alcune Regioni, per disciplinarne lo svolgimento e

contrastare quelle fasulle (oltre 27.000, su circa 42.000 manife-

stazioni anno), che hanno solo finalità commerciali, lontane cioè

dai valori storici, culturali, tradizionali, religiosi o antropologici

che caratterizzano quelle vere, creando danno agli operatori,

all’Erario e agli stessi consumatori.

Oggi questi fenomeni incominciano ad avere una diversa at-

tenzione

, non solo perché esplosi come numero, ma anche per

la costante attività di presidio e di documentata denuncia che

leAssociazioni fanno, spingendo il Parlamentoa regolamentare

finalmente il 3°Settore, distinguendotraOnlusattivenel campo

sociale, solidaristicoonellapromozionedei territori,ovviamente

da tutelare, da quelle all’interno delle quali si nascondono veri

professionisti dell’abusivismo, da contrastare e punire.

È quindi l’ora di smetterla con il buonismo per nulla innocuo

che ha provocato danni ingenti al tessuto professionale del

settore, fomentato da un clientelarismo locale attento spesso

agli interessi di pochi sotto la patina comoda di eventi “popo-

lari” che piacciono a tutti.

Sagre e abusivismo:

basta con il buonismo