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Mixer

/ NOVEMBRE 2017

IN PRIMO PIANO

Stranieri

dividuali), Cina (51.077) e Romania (48.570). Ove il paese

nordafricanoha il primatonell’ambitodel commerciomentre

le attività di alloggio e ristorazione risultano appannaggio

del colosso asiatico.

STRANIERI E PUBBLICI ESERCIZI

Il ruolo propositivo degli stranieri nell’ambito del fuori casa

è da anni monitorato da Fipe, le cui rilevazioni evidenziano

una presenza sempre più corposa dei “non italiani”, sia in

veste di imprenditori che di operatori.

I dati del 2014, per esempio, raccontano uno scenario in cui

le attività intestate a stranieri ammontano inmedia al 17,1%,

con picchi anche del 23,7% nel Nord Est e addirittura del

24% nel Nord Ovest, e un perimetro, invece, decisamente

più circoscritto al Sud e nelle Isole.

Scendendo più nello specifico, la percentuale di titolari stra-

nieri nell’ambito dei bar nel 2014 è di circa 19 mila unità,

pari al 14,4% del totale. Circa 16 mila sono invece i titolari

di ristoranti/pizzerie (corrispondenti al 14,7%), 8000, pari al

27,8%del totale, le attività intestate a stranieri nel comparto

take away.

Ancorapiù interessanti, perchéemblematici di una tendenza

positivamente dinamica, i tassi di crescita di ciascuna tipo-

logia rispetto al 2011.

Se per i ristoranti, infatti, parliamo di +39,5%, per i bar

saliamo al 53,9% sino ad arrivare addirittura al 57,7% dei

locali con il servizio di asporto, probabilmente preferiti per

via della formula più smart.

Questo è lo scenario relativo agli imprenditori. E sul fronte

dei lavoratori dipendenti?

Anche in questo caso il ruolo dei “non italiani” risulta con-

sistente, basti pensare che nel 2015 gli stranieri sono quasi

174 mila e rappresentano ¼ del totale addetti: in crescita

costante rispetto al passato.

LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA

Per avere un quadro ancora più dettagliato, esaminiamo

adesso la situazione inLombardia,metapreferitadallanuova

imprenditoria. Secondo le stime della Camera di Commer-

cio di Milano, nella Regione le imprese della ristorazione

straniera si attestano a circa 6 mila tra ristoranti e asporto

(pari al 28,5% del totale) confermando un trend di crescita

costante che fa registrare un +7,4% rispetto al 2015 (era

del 2,1% per le imprese italiane) e addirittura del+50,7%

rispetto al 2011 (+8% per i nostri connazionali).

È Milano la location preferita dai non italiani: qui le im-

prese straniere pesano sul settore per il 39% e la nazio-

nalità più diffusa è quella egiziana, in seconda posizione

si classifica la cinese, bronzo alla nazionalità turca. Si piaz-

zano bene a livello regionale anche Brescia con 690 at-

tività, Bergamo con 465 e Monza e Brianza con 410. Dal

2015 Sondrio, e Mantova (rispettivamente con il

+36,8% e il +18,2%) sono le città che crescono di più.

Imprese individuli di stranieri in Italia

La leadership dei Paesi nei principali settori dell’economia. Paese

con il maggior numero di imprese individuali nel singolo settore.

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese – Valori assoluti al 31 marzo 2017

(settori e Paesi con almeno 1.000 imprese individuali registrate)

Milano con 2.886 attività concentra la percentuale maggiore di

ristoranti stranieri in Italia (13,7%), seguita da Roma con 2.218

imprese (10,6%), Torino (1.184, 5,6%), Brescia (690, 3,3%) e

Bologna (642, 3,1%). Le città con il maggior tasso di crescita in

un anno sono Sondrio (+36,8%), Catania (+23,7%) e Rieti (+19%),

in cinque anni Rieti (+92,3%), La Spezia (+81,3%) e Pisa (+74,4%).

(Fonte: Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese

al terzo trimestre 2016, 2015 e 2011)

Pubblici esercizi

Lavoratori dipendenti per nazionalità. Anno 2015

Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Inps

La distribuzione sul territorio