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Storie di integrazione
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Mixer
/ NOVEMBRE 2017
MILANO: ROB DE MATT, SCUOLA
DI CUCINA, DESTINAZIONE LAVORO
Rob deMatt è un bistrot milanese, ma anche un’associazione
di promozione sociale per l’inclusione lavorativa di persone
svantaggiate, tra cui rifugiati politici e migranti. “Facciamo
tirocini in cucina, usufruendo dei fondi predisposti – ci dice lo
chef
Edoardo Todeschini
–. Non potendo assumerli tutti, li
prepariamoperchétrovinounimpiegoaltrove.Manonsempre
sonoprontiadaffrontarefisicamenteementalmenteunlavoro:
in genere iniziamo con il pranzo che è meno impegnativo.
A gennaio faremo un corso per migranti e organizzeremo
una cena superfusion, sono sicuro che verrà fuori qualcosa
di molto interessante”. Com’è stato lavorare con i migranti?
“C’è una grande voglia di riscossa, la cucina è un mezzo per
rimettersi in gioco ed essere accettati da un Paese estraneo.
Se ti apri, fai vedere che non siamo tutti razzisti, e loro sono
in grado di comunicare al tuo stesso livello in un progetto
che li coinvolge”.
LA STORIA: LAMIN
“Ho 18 anni sono arrivato in Sicilia nel 2015 partendo
dal Gambia attraverso Senegal, Mali e Algeria. In Libia
hopreso la barca e ho attraversato il mare in una notte.
È un viaggio molto lungo ho incontrato ribelli, gente
di tutti i tipi ma non ero spaventato perché ero con i
miei amici. Ho imparato a cucinare in Italia, in Gambia
con mio padre facevo il taglialegna. Mi piacerebbe
lavorare in un ristorante, ma cucinerei cibo italiano
perché siamo in Italia. Il cibo tradizionale gambiano è
buono ma sono sapori diversi, per lo più cucini con il
riso”. Qual è il tuo cibo africano preferito? “Mia madre
mi cucinava la Supa Kanja: metti la verdura in acqua,
fai bollire, aggiungi pesce o carne e fai cuoce-
re per 15-20 minuti, è un piatto molto veloce”.