DICEMBRE/GENNAIO 2018 /
Mixer
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Il Sommelier
QUELLO CHE LA STORIA HA DIVISO PER LA VITE È STATO, E CONTINUA AD ESSERE,
UN TERRITORIO SOLO; OLTRE CHE UNICO. TUTTO QUESTO È IL COLLIO/BRDA
Romagnolo verace,
Luca Gardini
inizia giovanissimo la sua
carriera, divenendo Sommelier
Professionista nel 2003 a soli 22
anni, per poi essere incoronato,
già l’anno successivo, miglior
Sommelier d’Italia e – nel 2010 –
Miglior Sommelier del mondo.
U
nodegli aspetti che più di altri decretano, al giorno
d’oggi, il successo di un vitigno, e quindi del vino
chedaessoderiva, riguarda lasuacapacitàdi essere
versatile. Non parlo della velocità con cui si svuota
la bottiglia, ma dellemodalità con cui una determinata uva la
riempie.Pensoacomeunastessavarietà,declinata inversione
bolla o vino fermo, in questo secondo caso magari macerato
o magari affinato mediante diversi strumenti (botti, serbatoi
di acciaio….), possa mostrare lati sempre diversi, compatibil-
mente con il suo patrimonio aromatico e gustativo e con il
terroir da cui deriva. I grappoli definiti internazionali spesso
sonodotati di questa versatilità,ma lo stesso accade ai vitigni
autoctoni. In Italia ne siamo pieni. Tuttavia uno in particolare
rispondeall’identikit stilatoqualche rigapiù inalto, riuscendo
al tempo stesso a tenere unito un territorio politicamente da
sempre diviso. Il Collio è una terra di confine. Frammentata
nei secoli passati, oggi, nonostante l’Ue, rimane a metà tra
Italia e Slovenia. Le cartine sono fatte per le bandierine, ma
le colline del Collio, ricche di quella pietra marnosa mista a
sabbia che noi chiamano ponca e che sul versante sloveno
chiamano opoka, sono fatte per la Ribolla Gialla.
ALLA SCOPERTA DEL VITIGNO
Le divisioni tra i due territori permangono, vitivinicolmente
parlando, quasi solo a livello onomastico, visto che in Italia
chiamiamo Collio, Ribolla Gialla e ponca, quello che in Slove-
nia individuano rispettivamente con: Brda, Rebula e opoka.
di Luca Gardini
Là dove abita
la Ribolla Gialla
LA PROFESSIONE
L’unione territoriale del Collio, ovviamente a suon di Ribolla,
è stata ribadita da una manifestazione, svoltasi a fine estate,
intitolata ‘Brda home of Rebula’. Le sale dell’elegante villa
Vipolze, in piena Brda, hanno ospitato una giornata dedicata
alla perlustrazione delle caratteristiche del vitigno e delle
sue prospettive, specie in rapporto alla sua capacità di affi-
namento, una volta messo in bottiglia. La masterclass della
mattina ha perlustrato prima la storia del vitigno, poi il suo
habitat geologico e infine, grazie al tasting vero e proprio,
le variazione, sempre relative al vino fermo, sul tema Ribolla/
Rebula. Il doppio nome si deve al fatto che al tasting hanno
partecipatoproduttori, e relativi vini, provenienti da entrambi
i versanti del Collio. I nomi? Kristian Keber, Radikon, Jermann
e Gravner per quanto riguarda i produttori nostrani ed Edi
Simcic, Dolfo, Marjan Simcic, Scurek, Erzetic, Klet, Medot,
Zanut e Ferdinand per quelli della Brda.
IL RUOLO DEL TERRITORIO
Il risultato, al di là degli stili enologici e dei materiali utilizzati
in fase di vinificazione (acciaio, legno di diverse dimensioni
e persino anfore), ha messo in luce un rispetto, condiviso da
tutte le etichette partecipanti, del binomio varietà/luogo di
produzione. A questo si è aggiunta, come dimostrato dagli
assaggi dei vecchi millesimi, una capacità di affinamento in
bottiglia più che buona, anche in annate non proprio da com-
petizione. Se di versatilità ho parlato all’inizio, non si possono
noncitare lebolle, scusate il giocodi parole, abaseRibolla.Una
tipologia che qui si ottienemediantemetodo classico e che si
manifesta, compatibilmente con il dosaggio dei vini, grazie a
sorsi freschi, diretti, oltre che dotati di quella beva che, vista
la tipologia, più che una caratteristica ha qui i contorni di una
necessità vera e propria. Spero vivamente che negli anni a ve-
nire lamanifestazione ‘Brdahomeof Rebula’ si possa ripetere,
magariallargandosi amoltipiùproduttori,dimodoche ilCollio,
proprio grazie ad uno dei suoi vitigni più rappresenta-
tivi, possa essere di nuovo uno. Unico, infatti, lo è già...