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Mixer
APRILE 2016
I
l DdL sulla Concorrenza in discussione in Parla-
mentoha raccoltounemendamentochepreoccupa
il settore e che riguarda la possibilità di “
estendere
l’attività di Somministrazione a tutte le strutture
ricettive
”, ipotesi che stresserebbe ulteriormente
l’aspetto concorrenziale. Con l’attività di lobbying della
Federazione (e con la speranza di raccogliere buon
senso dagli interlocutori politici), si sta cercando di
ridimensionare il rischio in discussione, che si vorrebbe
limitare alle sole “
strutture alberghiere
” escludendo,
quindi, le tante attività inserite nella generica dizione
di “
strutture ricettive”.
Il compromesso può essere va-
lutato come una mezza vittoria (o sconfitta), a seconda
degli interessi e delle sensibilità sul tema; superando,
però, le valutazioni personali, considero la mediazione
accettabile, essenzialmente per tre motivi.
Il primo è che la norma regolarizzerebbe una situa-
zionedi fatto, giàaccettatadalmercato;
molti alberghi
ormai hanno investito sull’attività di ristorazione, consi-
derata come complementare rispetto a quella ricettiva.
Anzi, alcuni grandi alberghi sono famosi per l’importan-
za del ristorante che ospitano, più ancora che della loro
attività principale, e l’insegna ristorativa diventa unplus
funzionale adalzare l’immaginedell’intera struttura e ad
attrarre nuova clientela. C’è anche il bisogno di aprirsi
alla città in cui gli alberghi sono insediati e di animare
la vita all’interno di strutture a volte troppo ingessate
e anonime, nonostante la ricchezza degli allestimenti.
È una tendenza internazionale, che sta portando risto-
ranti stellati in alberghi stellati, combinando sinergiche
convenienze e sfruttando economie di scala.
Il secondo motivo per il quale la combinazione ri-
storante/albergo può essere utile, sta nel ritorno di
competenze professionali
che il binomio trasferisce
a tutto il comparto, soprattutto per il servizio di sala.
I ristoranti negli alberghi, infatti, sonodiventati unvivaio
importante per gli addetti alla sala, anche grazie a pos-
sibilità di investimenti sulle persone chemolti ristoranti
non si possono permettere. Sono forse ruoli troppo
parcellizzati nelle mansioni, oppure ambienti troppo
ovattati nella loro impostazione o minimalisti nell’of-
ferta eno-gastronomica, ma rappresentano certamente
occasionedi utile esperienzaper unbuonprofessionista
del settore, anche per l’opportunità di rapportarsi con
tutors di valore e con clientela spesso molto esigente,
con alte possibilità di spesa, di provenienza interna-
zionale, che offre continui stimoli professionali. Persa
l’abitudine delle stagioni, che rappresentavano per gli
operatori non solo occasioni di lavoro ben remunera-
te, ma anche di costante apprendimento, e non solo
linguistico, l’esperienza negli alberghi offre spunti di
perfezionamentoprofessionale innegabili, utili per tutto
il sistemadell’accoglienza. Lamonotoniadel lavoroporta
ad un elevato turnover in queste attività, nonostante le
tante comodità e gli innegabili vantaggi, che favorisce il
travasodi qualificateprofessionalitàverso la ristorazione
classica, che offre altre e nuove opportunità di crescita,
agli operatori più intraprendenti ed appassionati.
Il terzomotivodellavaliditàdel compromessopropo-
sto, infine, stanel voler rigettare il rischiodiulteriore
dequalificazione del settore
, perché la formulazione
iniziale della norma consentirebbe lo sviluppo del cri-
ticato
“Home Restaurant”
o di nuove forme di
“Social
Eating”,
mascherandole come complementari rispetto
ad attività di B&B o di affittacamere. Una possibilità,
cioè, a suo tempo rimossa con la imposizione di precisi
adempimenti normativi in capo alle fantasie della
sha-
ringeconomy
nellaRistorazione, che sarebbe ripristinata
con il citato emendamento, che di fatto aggirerebbe
facilmente l’ostacolo.
Se andasse in questo modo, si avrebbe un’ulteriore
conferma che anche le buone mediazioni a volte na-
scondono importanti… plusvalenze!
“Stelle su Stelle”:
i Ristoranti negli Alberghi
Il punto
del presidente FIPE
Lino Enrico Stoppani
Cordialmente.