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1986-2016:

ritorno

al futuro

DINAMICHE, CRITICITÀ E CONQUISTE DI UN SETTORE

CAPACE DI RIFLETTERE UNA DOMANDA MAI UGUALE A SE STESSA

V

italema fragile, il bar rappresenta una delle anime

più importanti dei Pubblici esercizi, quasi in sim-

biosi con i mutamenti e le evoluzioni della società.

E se ci fermiamo, anche per un attimo, potremo

ascoltare la storia che i bar ci raccontano: la storia

di un Paese che è cambiato, specialmente negli ultimi

decenni. La storia di un paese che si è lasciato alle spalle

il boom economico degli anni ’80, si è imbarcato in una

globalizzazione sempre più pervasiva, ha boccheggiato

un po’ sull’abisso degli scandali e delle guerre degli

anni ’90 per traghettare, senza perdere l’entusiasmo,

nel nuovo millennio. Social, iperconnesso, multietni-

co e anche un po’ effimero.

Ed è proprio a questo

punto, nel 2000, che si arresta quella crescita (con

tassi annui anche del 4%) che aveva caratterizzato

i decenni precedenti.

E i bar hanno vissuto tutto questo sulla propria pelle,

regalandoci un panorama sempre nuovo e dinamico.

30 ANNI IN CIFRE

L’ultimo Censimento (2011)

rileva 127 mila imprese

afferenti al canale bar / esercizi simili senza cucina.

Con una concentrazione di ben due terzi in sei regioni

(Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Tosca-

na, Lazio e Campania). Un bel salto in avanti, dunque,

rispetto ai decenni precedenti, che ne avevano fatto

registrare

quasi 111 mila nel 1981, circa 113 mila nel

1991, per arrivare alle 120 mila imprese del 2001

.

Negli ultimi anni una delle caratteristiche più evidenti

è l’elevato tasso di mortalità, che sottolinea la fragilità

del sistema. Il confronto con i decenni precedenti rivela

come le cose non siano migliorate. Anzi:

se nel 1999

il saldo era stato negativo per 217 unità (e addirit-

tura positivo dello 0,6% l’anno prima), e in attivo

di 1834 unità nel 2007

(Fipe - Il bar italiano 2008),

nel 2014

a fronte di 8.236 nuove imprese, si è invece

registrata la chiusura di circa 13mila aziende, con un

saldo negativo per 5.020 unità

.

Più costante nel tempo, invece, l’analisi relativa alla ditta

individuale che, benché più dinamica (numericamente

prevale in tutta Italia con una quota del 53,6% che

sale al 79,3% in Calabria), si conferma la meno stabile,

con il tasso di mortalità più elevato (Ristorazione 2015,

Rapporto Annuale Fipe).

FENOMENI SOCIALI

Negli anni ledonne sono riuscite a conquistare spazi prima

impensabili. E i bar registrano bene questa evoluzione,

rivelando come nella scelta del personale (secondo stime

Fipe, oggi nel canale sono occupate 363mila persone, di

cui 206mila sono dipendenti) le quote rosa non siano

penalizzate: già nel 2012, infatti, le imprese con almeno

una donna con una carica attiva erano il 56,5% del totale.

Con picchi anche del 70% in alcune aree

del Nord Italia e qualche “caduta” al Sud,

dove il bar è visto, tradizionalmente, come

appannaggiomaschile. Nuova linfa arriva

anche dagli imprenditori stranieri, piùnu-

merosi nella ristorazione, ma in crescita

considerevole anche nel canale bar, dove

la media nazionale è del 10,2%, con punte

del 15% in alcune regioni del nord. (Il Bar

Italiano - Ufficio studi Fipe - 2013).

DI CARMELA IGNACCOLO

L’offerta

Il bar ha modificato e arricchito

la sua offerta, aprendo con

decisione al food nelle varie

declinazioni. Ma il caffè continua

a fare la parte del leone: i bar

italiani servono in un anno 6

miliardi di espressi per un volume

d’affari di 6,6 miliardi di euro, che

2016: Mixer compie 30 anni.

Celebriamo questa ricorrenza raccontando

mese dopo mese l’evoluzione

dei Pubblici Esercizi negli ultimi sei lustri.

Iniziamo parlando di bar tradizionale;

nelle uscite successive daremo voce a tutti

i protagonisti del Fuori Casa: dai Ristoranti

alle Pizzerie, dai Locali serali

ai format più di nicchia.

IN PRIMO PIANO

8

Mixer

APRILE 2016