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Soprattutto in Italia, grazie – si fa per dire – alla figura del cosiddetto vocalist,
involutosi nellamaggior parte dei casi, da addetto alle segnalazioni per spostare
le auto nei parcheggi, a voce recitante frasi sconnesse, fuori tempo e troppo
ripetitive.Più interessante, invece, la diretta di un programma radiofonico.
“Confermo. Il locale ne ricava un lustro senza pari, così come si crea un’imme-
diata interazione con il pubblico presente, tutti partecipano alla magia data
dalla scoperta di nuove tracce musicali, si concorre alla scelta della direzione
giusta, che sia in grado di regalare emozioni ed energie inedite”.
Sia chiaro che la discriminante resta la qualità, sempre e comunque.
Senza adeguati quattro quarti di nobiltà, una trasmissione in diretta rischia di
rivelarsi un’arma a doppio taglio ed avere effetti devastanti. E di qualità in me-
rito se intende come pochi altri Andrea Fiamberti, radio syndicator per NERVO,
Steve Aoki, Boy George, Cedric Gervais (recente vincitore dei Grammy Awards,
gli Oscar della Musica, ndr) e, da poche settimane, per Joe T Vannelli medesi-
mo. “Una diretta regala un sapore e un’adrenalina unici – spiega Fiamberti via
skype da Londra, dove vive – sapere di dover parlare tra trenta secondi, quando
il disco trasmesso sta finendo, è tutta un’altra cosa rispetto ad un programma
registrato, sicuramente perfetto ma più freddo.
STRATEGIE
Pete Tong in diretta
dall’Ushuaia con
l’Essential Selection
1...,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17 19,20,21,22,23,24,25,26,27,28,...72
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