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Una vecchia buona abitudine arriva - manco a dirlo - dagli Stati Uniti: uno sconto
sullo scontrino per chi si presenta a tavola del ristorante senza il cellulare.
Il concetto di ristorante “phone-free” si basa su un principio semplicissimo:
senza il telefonino in mano si dedica tutto il tempo del pranzo o della cena alla
conversazione, godendo della compagnia. Purtroppo oggi capita di frequente di
notare commensali incollati agli schermi degli smartphone, impegnati tra messaggi, notifiche
e applicazioni: il tutto a discapito di chi siede al tavolo con loro. Per riscoprire quelle che
dovrebbero essere le naturali relazioni umane alcuni ristoranti, anche in Italia, hanno deciso
di puntare su questa nuova formula: un risparmio consistente sul conto finale in cambio della
rinuncia al cellulare che deve essere lasciato all’ingresso del locale. Negli Stati Uniti, dove la
pratica è in voga ormai da parecchi anni, le modalità sono le più disparate: c’è chi offre il
dolce ai clienti virtuosi, chi ha riservato un’area del ristorante a chi proprio non può fare a
meno della tecnologia, chi propone sconti sul pasto. In Italia uno dei primi esempi è stato
quello dello Stonehenge Bar di Teramo dove i proprietari propongono uno sconto del 15% a
chi lascia all’ingresso il proprio cellulare, valido se tutte le persone sedute a quel tavolo fanno
lo stesso: per i clienti poi un’ulteriore possibilità, quella di devolvere la quota scontata alle
persone bisognose della città. Eppure, pare che al telefonino al ristorante gli italiani facciano
fatica a rinunciare. Prova ne è la crescente moda del foodporn (servizio a pag. 48), ovvero una
massa di utenti che continuano imperterriti a inondare i social network con le foto del cibo
che stanno per mangiare. Insomma, che si tratti di finger food o di una cena in un ristorante
gourmet, di un piatto di pasta, di una ricca insalata o di una torta particolarmente spettacolare,
la regola è una sola: far venire l’acquolina in bocca a chiunque stia curiosando sulle pagine
social. Tuttavia, non possiamo – e non vogliamo - fermare il progresso. Una evoluzione, quella
che stiamo vivendo soprattutto nel nostro settore, inarrestabile. Lo si evince anche dal fatto
che stanno per sbarcare sulle nostre tavole stili e tradizioni che mai ci saremmo immaginati
di vedere anche da noi, dagli insetti alla carne prodotta in laboratorio (servizio a pag.16). Per
fortuna ci sono ancora ristoranti che, malgrado continuino a offrire piatti della tradizione, ri-
scuotono ancora grande successo, come nel caso di LucreziaD’Arcangelo (Cover Story pag. 26),
chef patron del ristorante ‘Il Focolare’ di Colle Corvino (PE). Questo perché, al di là di quello
che c’è nel piatto, quello che conta sempre e comunque sono la professionalità e il servizio.
E questo è lo spirito che noi di CIC dobbiamo continuare a proporre sempre ai nostri clienti!
Buona lettura
SIAMO TUTTI ‘VOYEUR’
GASTRONOMICI?
EDITORIALE
Lorenzo Morelli
direttore responsabile
Qualitaly Magazine
Redazione:
Maria Elena Dipace - Redattore - Coordinamento Qualitaly -
Hanno collaborato a questo numero:
Gloria Cavicchioli (segreteria), Cinzia Remartini (segreteria), Maddalena Baldini, Elena Consonni,
Anna Muzio, Barbara Panterna, Riccardo Sada, Chiara Bandini, Fabio Abati - Christopher Farley (traduzioni)
Grafica e Fotolito: Emmegi Group - Milano
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MAGAZINE
agosto-settembre 2017
Anno XIV n. 100
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