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PARLANO GLI ESPERTI

Luigi Odello, Centro studi assaggiatori

“Se si parla di espresso Italiano la miscela è d’obbligo

perché, quando è fatta a regola d’arte, consente al

consumatore di raggiungere l’apice del piacere. Con

la monorigine si fa un’esperienza, un viaggio in un

Paese lontano, si prova qualcosa di nuovo. Il bar che

vuole offrire qualcosa in più può avere la sua miscela

e fare turnare le monorigini”.

Cristina Caroli, coordinatrice SCA Italia

“Lo Specialty “vale” un 6/7% a livello mondiale,

e molto meno in Italia. Fa riflettere come un

fenomeno di piccole dimensioni stia facendo parlare

così tanto e stia facendo tendenza”.

Andrej Godina, Authorized Trainer

“Oggi il barista non è più mero operatore, ma uno “chef”

che deve mettere insieme più elementi e più competenze

per estrarre una giusta tazzina. Ha dei grandi

ingredienti che deve imparare a trattare. E ci sono 140

variabili che incidono sulla qualità di una tazzina”.

Francesco Sanapo, tre volte campione italiano

di caffetteria

“Per fare un buon espresso non è necessario sapere

tutto, ma per comunicare al cliente le specificità della

propria offerta l’operatore deve essere formato a 360

gradi. E oggi formarsi è più facile: ci sono i corsi, i

blog degli esperti, le scuole di formazione.”

Luigi Morello, direttore MUMAC Academy

“Oggi In Italia il consumatore è più attento e ricerca

la qualità. Anche grazie ad un fenomeno che negli

ultimi anni ha coinvolto l’alimentazione e che sta

arrivando a interessare anche il mondo del caffè.

I corsi dell’accademia del caffè di Gruppo Cimbali

dedicati al consumatore finale sono sempre pieni”.

“C’è una maggiore ricerca verso la qualità. Ma

siamo ancora alla fase del caffè unico. Una lezione

viene da Starbucks, che ha avuto successo grazie

all’accoglienza e alla qualità dell’offerta caffè che è

stata percepita come superiore alla media”.

Carlo Odello, Italian Barista School e Italian

Roasting School e consigliere e docente Iiac

“C’è chi non ha idea di quanto sia importante la corretta

macinatura per un corretto tempo di contatto tra l’acqua

e la polvere del caffè nel filtro e si limita a estrarre

espressi in modo distratto e approssimativo.

E definirlo barista diventa davvero difficile”.

Cosimo Libardo oggi Ad Toby’s Estate Coffee

“In Italia ci sono tanti ragazzi in grado di fare un

prodotto buono e costante ma non si rischia. I driver

sono la tradizione e il prezzo, e per questo il Paese è

diventato meno competitivo”.

10

Mixer

/ SETTEMBRE 2017

DOSSIER CAFFÈ

Osservatorio Host

“All’estero il caffè di singola piantagione è sempre

più comune e il consumatore giovane è interessato

alla sua origine, produzione, storie connesse, pro-

prietà organolettiche. Anche se in ritardo, sembra

che in Italia il mondo del caffè si stia muovendo

nella direzione della qualità” dice

Estel Gast

, export

manager di

Le Piantagioni del Caffè

.

TORREFATTORI ALLA RISCOSSA

Quando veniamo al torrefattore, che tratta lamateria

prima e la trasforma in qualcosa di unico, portatore

della creativitàma anche della tradizione italiana, l’in-

novazione non è più scontata. Eppure, a conferma

che il vento sta cambiando hanno iniziato a muo-

versi i “Big”.

Luigi Lavazza

ad esempio tra le sue

proposte per l

’Ho.Re.Ca.

ha inserito caffè biologici

e monorigine. E guarda anche ad altre modalità di

estrazione: “Ogni metodo offre un risultato in tazza

diverso ed è di stimolo per i produttori nella ricerca

sul prodotto. Le forme di estrazione filtro per il punto

vendita rappresentano nuove opportunità – spiega

Michele Cannone

, Head of Food Service Marketing

dell’azienda –. Una delle ultime tendenze è l’infusio-

ne a freddo dove più si aspetta e più il caffè diventa

buono, profumato e aromatico”.

Foto: Courtesy SCA