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Mixer

/ SETTEMBRE 2017

DOSSIER CAFFÈ

Osservatorio Host

Le macchine più avanzate pesano il prodotto in en-

trata e uscita e gestiscono in modo personalizzato

temperature e pressione. “Stiamo lavorando per

migliorare il controllo della temperatura e variare la

pressione suddividendola in cinque fasi – spiega

Aldo

Brutti

presidente e Ad di

Bfc-Cbc Royal First

– . La

possibilità di diversificare le temperature significa

che, una volta stabiliti i parametri, l’operatore è in

grado di estrarre il meglio e ottenere il massimo da

ogni caffè. Il barista? Oggi è un professionista, che

propone un prodotto speciale”.

Gettonatissimi all’estero ci sono i prodotti a base di

latte. Dice

Herman Polderman

, Category & Business

DevelopmentManager

LattizEurope

: “Per incontrare

la domanda di questo mercato in crescita, dato che

non tutti sono baristi qualificati, abbiamo sviluppato

macchine che garantiscono una qualità costante della

schiuma di latte”.

Un capitolo a sé riguarda i macinacaffè, in prima linea

in questo nuovo corso perché ogni estrazione richiede

la sua macinatura. Ne esistono ad hoc per lo specialty.

“La tecnologia all’avanguardia? Display LCD digitale

con registrazione fino a 20 settaggi, sistema di venti-

lazione e basso numero di giri per mantenere il caffè

più fresco preservandone gli aromi in tazza, sistema

digitale di calibrazione dellemacine che permette una

macinatura ripetibile e accurata anche grazie a una

regolazione che arriva al micron. Ritenzione inferiore

a 0,45 g per non perdere caffè e nonmescolare origini

diverse nella camera di macinatura. E il parallelismo

dellemacine”dice

CristinaScarpa

,MarketingManager

di

Mazzer Luigi

.

“Il ritorno dell’attenzione sulla qualità ha rivitalizzato il

caffèfiltro, e leattrezzaturesonoevoluteper incontrare

i nuovi standard di qualità dei caffè Specialty in tazza

singola – dice

Drewry Pearson

, Ceo dell’irlandese

Marco Beverage Systems

–. Ma che si tratti di estra-

zioni manuali o automatiche in tazza singola o anche

in capsula l’obiettivo è: fresco e con gusto”.

Non c’è dubbio che la rivoluzione del caffè sia in atto.

E per chi rimane ancorato a vecchie logiche,

il futuro è, quanto meno, denso di incognite.

ASPETTANDO

L’“EFFETTO STARBUCKS”

Da commodity un po’ appannata e a rischio estinzione a

prodotto se non di lusso, di tendenza. È questa l’evoluzione

che ha avuto il caffè negli States. Complice l’”effetto

Starbucks” codificato dalla Harvard Business School, che

nel 2000 scriveva: “Quando un’azienda aumenta il valore

percepito di un prodotto innovando il prodotto in sé o il

modo in cui è presentato, l’intera categoria può raccogliere

prezzi e profitti più alti”.

E nel 2018 è in arrivo la Starbucks Reserve Roastery –

caffetteria di alta gamma con torrefazione interna – a Milano.

Tra le conseguenze una maggiore attenzione alla qualità e

alle nuove strazioni, e probabilmente un aumento dei prezzi.

Opportunità o pericolo? Dipende tutto da come reagirà il

tradizionale – ma un po’ appannato – bar italiano.