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06 Novembre 2013Il Made in Italy e il valore della filiera agroalimentare italiana come punti di forza su cui fare leva per creare sinergie e fare sistema in un momento di crisi generalizzata come è quello attuale. È stato questo l’argomento centrale dell’incontro “Le risorse del made in Italy che non ti aspetti” organizzato oggi da Nestlé Italia per promuovere una riflessione approfondita sul valore della filiera agroalimentare italiana.
«Oggi bisogna andare oltre il concetto di filiera - ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi nel corso del dibattito -e creare una rete che possa porsi come un interlocutore unico presso le Istituzioni così da ottenere dalla politica quelle risposte di cui tutti gli operatori hanno bisogno, soprattutto in questo momento di crisi». Un messaggio rafforzato da Francesco Avanzini, Direttore Commerciale Conad, la seconda insegna italiana, che «è una vera e propria fucina di progetti e iniziative finalizzate a valorizzare la ricchezza di produzioni locali e del made in Italy, privilegiando la qualità dei processi di produzione, come premessa indispensabile per la diffusione dei prodotti su ampia scala».
Anche Nestlè contribuisce a dare sostegno all’economia materie prime da fornitori in Italia per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro, e che diventa ancora più importante grazie all’accordo con il Gruppo Cremonini, annunciato nell’occasione, per l’utilizzo da parte di Buitoni di carne di manzo 100% italiana. Ciò significa che tutti i bovini impiegati per la produzione nelle diverse referenze di pasta ripiena fresca Buitoni, risponderanno ai requisiti di una catena di fornitura al 100% italiana, ovvero saranno capi nati, allevati e macellati in Italia.
«L’importanza dell’accordo con Cremonini, però, va al di là del valore economico» ha affermato Leo Wencel, Capo Mercato del Gruppo Nestlé in Italia. «È un simbolo che rappresenta il nostro impegno per l’Italia nel restituire valore al territorio, alla filiera, all’immagine del Made in Italy Acquistare le nostre materie prime in Italia, in un momento come questo, significa infatti agire concretamente per fare sistema e dare il nostro contributo alla creazione di valore aggiunto nel Paese e per il Paese».
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A cura di Rossella De Stefano
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