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30 Ottobre 2024

Campari Group, vendite in calo nel terzo trimestre. Per il rilancio arrivano quattro nuove House of Brand


Campari Group, vendite in calo nel terzo trimestre. Per il rilancio arrivano quattro nuove House of Brand


Il contesto difficile, tra maltempo, inflazione in crescita e scarsa fiducia dei consumatori in alcuni mercati chiave, di certo non ha aiutato, frenando una crescita a doppia cifra che durava da tre anni anni.

Come ha certificato la semestrale approvata dal cda di Campari Group lo scorso 30 settembre, nei primi nove mesi dell'anno le vendite sono state pari a €2.277 milioni (in aumento del +2,1% organicamente), ma con una frenata nel terzo trimestre (-1,4%) quando a pesare sui ricavi estivi sono state le condizioni meteorologiche sfavorevoli e il diminuito potere d'acquisto nei principali Paesi europei, tra cui l'Italia. Senza contare che, si legge in una nota, la performance della profittabilità è stata influenzata anche dal proseguimento degli investimenti in infrastrutture già pianificati, in un contesto di mercato sfidante.

UTILE A -5% NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2024

Dal punto di vista finanziario, i numeri parlano di un ebit rettificato che si attesta a 499,4 milioni di euro, con una riduzione del 4,2% su base organica, e un margine del 21,9%, diluito di 140 punti base rispetto all’anno precedente.

Dal canto suo, l’ebitda rettificato è stato di 590,7 milioni di euro, in calo dell’1,8%, mentre le difficoltà nell’assorbimento dei costi fissi e l’aumento dei costi delle materie prime hanno contribuito alla riduzione del margine lordo​. Il risultato parla quindi di un utile del gruppo prima delle imposte in calo fino a €423,0 milioni, complessivamente il -5,0% (-20,4% nel terzo trimestre). L’utile del Gruppo prima delle imposte rettificato è stato di €452,1 milioni, -4,6%.

Per quanto riguarda il prossimo anno, la multinazionale italiana "si aspetta di continuare a sovraperformare rispetto ai competitor e guadagnare quota di mercato, grazie alla forza dei propri marchi in categorie in crescita, con un graduale ritorno nel medio termine a una crescita organica mid-to-high single digit delle vendite nette, in un contesto macroeconomico normalizzato".

A guidare la crescita, nelle intenzioni del Gruppo, sarà il "mix di vendita positivo guidato da aperitivi, tequila e premiumizzazione del portafoglio, delle efficienze dei costi di produzione, così come della generazione di leva operativa e di un aumento delle efficienze negli investimenti per la costruzione dei brand".

COSA SUCCEDERA' NEL 2025

Punto centrale della strategia di rilancio sarà lo sfruttamento del potenziale del portafoglio di prodotti, dove gli spirit premium invecchiati hanno peso sempre pi crescente, oltre alla creazione di un'organizzazione basata su quattro House of Brand di nuova creazione, chiamate a interagire nelle tre aree geografiche su cui il Gruppo concentra il proprio business: Europa, Medio Oriente e Africa; Americhe e Asia Pacifico.

In aggiunta alla già creata House of Cognac&Champagne, infatti, il nuovo modello includerà le House of Aperitif, House of Whiskey and Rum e House of Tequila. In questo modo, le House of Brand saranno in grado di migliorare la definizione di ambizione di categoria e di focalizzarsi non sono sulla premiumizzazione, ma anche avendo la responsabilità end-to-end per il conto economico delle rispettive categorie a livello globale e l’allocazione di risorse a livello di marketing, commerciale, di innovazione e supply chain.

Inoltre - continua la nota - l’efficacia del marketing sarà migliorata attraverso un più forte coordinamento centrale e sfruttando le competenze esistenti a livello locale. Ci si attende un miglioramento nell’efficienza e nell’agilità anche attraverso una più focalizzata ed efficace allocazione delle risorse e degli investimenti per la costruzione dei marchi. 

Sempre in ottica di continuare ad aumentare il focus sui brand principali e di ottimizzare le risorse allocate, verrà accelerata la razionalizzazione del portfolio, con l’obiettivo di cedere i brand non strategici.

COME VANNO I BRAND LOCALI E GLOBALI

Guardando a come i diversi marchi di Campari Group si sono comportati durante i primi nove mesi di quest'anno, la nota della società mette in mostra la crescita dei brand globali, che rappresentano il 68% delle vendite totali del Gruppo (hanno registrato una crescita del 3,5%, con un calo dell’1,3% nel terzo trimestre), e, invece, la flessione di quelli regionali e locali, che concorrono al 17% delle vendite totali del Gruppo (con un calo di vendite nel complesso del 2,5%, -0,6% nel terzo trimestre).

Così, mentre tra i primi le vendite di Aperol sono cresciute del 3,2% nel trimestre (nonostante il calo dovuto al meteo in Italia e Germania, ma grazie al boom dell'aperitivo nelle Americhe) e del 9% nei primi nove mesi, un ottima performance ha registrato anche Campari (+7,6%, guidata da Brasile, Grecia e Francia). A due cifre l’incremento delle vendite di Espolòn (+18,8%), trainata dal mercato principale degli Stati Uniti, ma anche dall’accelerata del marchio in mercati in fase di sviluppo, come quello australiano e italiano. Bene anche Grand Marnier (+6,5%), mentre Wild Turkey ha registrato un calo del 4,7% a causa della performance debole negli Usa, suo principale mercato. In calo il portafoglio di rum giamaicano ( -5,2%), a causa dell'impatto provocato dall’uragano che ha colpito l’isola, e del 10,1% Skyy, per via delle sfide persistenti nella categoria vodka nel mercato principale degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda i brand a priorità regionale, se vini spumanti, champagne e vermouth hanno mostrato il segno più (+10,4%), con Crodino a +5%, il calo delle vendite ha riguardato prodotti come Magnum Tonic Wine, X-Rated in Asia Pacifico e Other Whisk(e)y. Per i marchi locali, la flessione complessiva dell'1% si contrappone a un incremento delle vendite del 2,2% nel terzo trimestre, grazie al ritorno alla crescita di Campari Soda in Italia, di Wild Turkey ready-to-drink (grazie al lancio di Highball) in Giappone e di Ouzo 12, soprattutto nel mercato principale della Germania. In netto calo, invece, Skyy ready-to-drink che soffre nel suo mercato principale, il Messico.

IL NUOVO CEO NEI PRIMI MESI DEL 2025

Campari prevede una crescita organica a singola cifra bassa per la fine del 2024, con particolare attenzione a migliorare l’efficienza operativa e a contenere i costi, grazie alla razionalizzazione del portafoglio per concentrarsi sui marchi a maggior potenziale di crescita e redditività, consolidando la propria presenza nei segmenti premium e super-premium​.

Dopo l'addio annunciato lo scorso settembre di Matteo Fantacchiotti alla carica di ceo e membro del consiglio di amministrazione di Campari Group, "il processo di selezione del nuovo Chief Executive Officer sta procedendo a pieno ritmo. La società - conclude la nota - auspica di concludere entro primo semestre dell’anno prossimo".

TAG: MATTEO FANTACCHIOTTI,CAMPARI GROUP

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