bevande
14 Settembre 2015Tania Cagnotto, ‘Figlia d’arte’ (i genitori, Giorgio Cagnotto e Carmen Casteiner, sono stati due grandi tuffatori), Tania è la nostra regina dei tuffi: vanta un palmarès di 31 medaglie d’oro, 13 d’argento e 12 di bronzo.
Tania, da 1 a 100, quanto ha contato per te l’esempio dei genitori?
Beh, ...90.
Cosa provi nei fatidici secondi prima d’entrare in acqua?
Cerco di affrontare il tuffo a mente sgombra e di restare concentrata su ciò che devo fare. Il tuffo purtroppo non può essere un’esplosione di energia, devi cercare sempre di dosare la forza. È questo il difficile.
Quanto impieghi per metterne uno in repertorio?
A eseguirlo poco, ma ad eseguirlo bene possono volerci anche anni.
Qual è stata la tua vittoria più bella?
L’ultima medaglia d’oro di Kazan. Un momento atteso a lungo e finalmente giunto: tutto è girato nel migliore dei modi, dopo che parecchie volte la sfortuna m’aveva tenuta lontana dal gradino più alto del podio.
Come atleta hai ancora soddisfazioni da toglierti?
Certo: mi manca un podio olimpico. Sarebbe il giusto finale per la grande storia d’amore tra me e lo straordinario mondo dei tuffi. Ma se non arriva sarò comunque soddisfatta e serena della mia carriera.
Cosa farai quando (spero tardissimo) appenderai il costume al chiodo?
Non ci penso ancora. Giorni fa hanno chiesto lo stesso al grande Roger Federer e lui ha risposto: “Quando comincerò a pensarci vorrà dire che non sono più un giocatore di tennis”. Mi piace il concetto. Sono quasi alla fine del mio percorso, ma ho ancora prove importanti da affrontare e obiettivi da raggiungere: devo rimanere concentrata sul presente e preparami al meglio per arrivarci pronta.
Nei tuffi sei un asso. E ai fornelli come te la cavi?
Non sono allo stesso livello, ma due o tre piatti ho imparato a farli bene. Durante uno show cooking ho conosciuto lo chef Alessandro Borghese e mi ha dato alcune dritte fantastiche. Ora cucino molto meglio (sì, magariii...)
Quali i cibi e le bevande che prediligi?
Amo la pizza e il gelato, le barrette Vegetal-Progress e come bibita mi piace la radler (birra-limonata).
C’è un piatto, o una bevanda, che ti rappresenta nel carattere?
Mi sento come una bella birra artigianale: fresca e saporita, un po’ ricercata e che porta con sé una grande tradizione.
Quando esci a cena, dove ti rechi volentieri?
A Bolzano, al Marechiaro per il pesce e al Kampill per mangiare carne all’interno di grandi botti. La nostra cucina è sempre la migliore. Quand’ero a Kazan, dopo aver vinto l’oro ho cenato in un ristorante del posto... mamma mia! Ti dico solo che, quando finalmente abbiamo trovato là un ristorante italiano, sembravo una bambina che non mangiava da mesi.
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