caffè
16 Dicembre 2024«Non si è ancora raccontato abbastanza dei caffè speciali, dell’emozione della scoperta che coinvolge tutti i sensi, a cominciare dall’olfatto …» Inizia così, attraverso le stimolanti parole di Stefania Zecchi, Coffelier di 1895 Coffee Designers by Lavazza, il viaggio sensoriale nella conoscenza di Beija Flor, la nuova monorigine prodotta in edizione limitata, parliamo di circa 200 kg, due sacchi di caffè, presentata di recente a Palazzo Magia di Vincenzo Dascanio.
Proveniente dalla regione di Chiriquí di Panama Beija Flor nasce a 1.500 metri di altitudine nella piantagione della Finca Hartmann, una famiglia impegnata da decenni a conservare le specie autoctone di caffè. «La sua specificità è dovuta a più fattori fra cui il crescere in questo contesto particolare, in un terreno vulcanico, e di essere un caffè di foresta – spiega Zecchi-; ciò significa che le sue piante sono protette dagli alberi e non patiscono il calore del sole, le temperature non scendono infatti sotto i 15° e non salgono oltre i 25/30°, così che questa monorigine esprima aromi e sentori delicati e piacevoli».
EVOCATIVO E DAL FORTE IMPATTO SENSORIALE
Il nome dal suono onomatopeico di questa monorigine, Beijia Flor, colibrì in portoghese, evocativo colori cangianti, eleganza e leggerezza, si riflette nel suo profilo aromatico, caratterizzato da sentori floreali e note di mango e maracuja, che offrono un’esperienza sensoriale unica. Tutto ciò è stato tradotto in coinvolgimento sensoriale a Palazzo Magia; qui la bellezza della location e lo stupore di fronte alle scenografie macro e micro hanno contribuito ad arricchire di sensazioni i momenti di attesa che hanno preceduto la degustazione; oltre a ciò anche il packaging a motivi floreali di questo specialty ha avuto un suo ruolo: i suoi colori rispecchiano nei rossi e nei verdi degli addobbi della location il gusto e la dimensione immersiva dell’esperienza.
ARREDOMAGIA
Utilizziamo un gioco di parole per sintetizzare forma e contenuto di Palazzo Magia, Christmas Store & Café di Vincenzo Dascanio, designer e creatore di eventi: tre piani di allestimenti, addobbi e oggettistica natalizia selezionata nel quadrilatero di Milano che ha ospitato la degustazione di Beija Flor. Un viaggio esperienziale fra stili, materiali e cromie che preparano all’incontro con il gusto, l’aroma e la confezione della nuova monorigine.
A parlarci per conto di Dascanio dell’atmosfera e dell’ambientazione del locale, un temporary aperto fino al 15 gennaio, è stato Sergio Zappella, food & beverage director di VD Buonobuono Como Srl. «Uno store – racconta - in cui l’esperienza sensoriale è totale e si sublima nel Natale e nella pasticceria di classe della pastry chef Imma Iovine». Tutto è stato studiato accuratamente, dall’alto dei soffitti, che ricordano i giardini all’italiana di Versailles alla pavimentazione che ne riprende le linee curve e il verde che, insieme alle varie sfumature di rosso e corallo delle composizioni floreali, caratterizzano l’ambiente.
Una scenografia immersiva che ben si sposa con le proposte di caffè e di pasticceria dolce e salata, e che fanno comprendere l’ampiezza di orizzonti creativi e imprenditoriali del marchio, già presente a Como e a Cernobbio, e che punta a breve a stupire l’high society di Sankt Moritz e il pubblico italiano con nuove aperture in città iconiche come Taormina e Noto, e che nel 2026 avrà una location prestigiosa anche a Milano in piazza Missori. Qual è, in questo contesto, il trait d’union e fra voi e 1895 Coffee Designers by Lavazza - chiediamo? «Senz’altro il concetto di natura e il mood floreale dal forte impatto emozionale e sensoriale, ma anche tutta l’atmosfera con l’elegante luccichio che si riflette nelle sale e che rimanda al nome della nuova monorigine, Beijia Flor». Colibrì di nome e di fatto.
SUGGESTIONI SINESTETICHE
La degustazione si è sviluppata con due metodi di estrazione alternativi e altrettante declinazioni di gusto con gli abbinamenti studiati e preparati ad hoc da Imma Iovine che ha tenuto conto nelle sue creazioni dell’ambientazione della sala in cui venivano serviti i caffè. Si inizia con il Cold Brew di Beija Flor. Contenuta in una bottiglia da liquore di foggia antica, è servita in un calice a seguito di una lenta percolazione; a scaldare anima e sensi ci pensa il pairing di un mix di macaron al pistacchio, al mango e passion fruit, e alla vaniglia, offerti su mini vassoi retti da statuette in forma di ballerine di Vincenzo Dascanio che riprendono i colori dei dolci in una speciale sinestesia fra stimoli cromatici, materici e gustativi. L’ultima degustazione avviene con il Chemex attraverso un’estrazione a caldo della durata di tre minuti e mezzo, abbinato al panettone artigianale.
(Emanuela Balestrino)
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