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27 Settembre 2023Mancano all’incirca due mesi all’Italian Cocktail Championship e al World Cocktail Championship, edizione 2023. Entrambi previsti a Roma, nella sede del Marriott Park Hotel, a partire dal 27 novembre. I primi ad entrare in scena saranno i concorrenti italiani emersi vincitori dai diversi concorsi regionali che si sono svolti tra la primavera e l’inizio dell’estate, a seguire e fino alla conclusione del 2 dicembre, i campioni delle varie nazioni chiamati a disputarsi i trofei più ambiti, quelli cioè che ti collocano sotto i riflettori internazionali e al vertice delle classifiche mondiali.
Saranno mesi di crescente tensione per i partecipanti, che presumiamo stiano studiando ed esercitandosi a dovere, e saranno mesi di duro e frenetico lavoro per gli organizzatori. In primo luogo la dirigenza di AIBES coinvolta in un duplice sforzo logistico e organizzativo affinché tutto si svolga alla perfezione.
“Per noi è certamente un onore ospitare quello che è l’evento più importante al mondo per i bartender”, ha affermato Angelo Donnaloia, Presidente AIBES. “L’ultima volta nella quale l’Italia è stata sede del concorso mondiale IBA fu nel 1987, oltre trent’anni fa, quindi siamo ovviamente molto felici per la scelta fatta da IBA. È una bella sfida, ma sarà l’occasione per dimostrare lo stile dell’ospitalità italiana in una cornice, quella di Roma, decisamente suggestiva”.
La scelta di Roma si spiega anche per questioni pratiche, collegamenti internazionali e strutture ricettive, e per delle probabili ‘esclusive’ che solo la capitale italiana può offrire: si parla ad esempio di un’udienza papale per la comunità di bartender in arrivo da tutto il mondo.
Giorgio Fadda, attuale Presidente IBA, può certamente dirsi soddisfatto di quanto ottenuto nel suo mandato fino a oggi. Nel 2020, quando è stato eletto al vertice dell’organizzazione internazionale, i Paesi associati erano sessantadue, oggi sono sessantasette. “E onestamente il mio obiettivo per lo scadere del mio mandato nel 2024”, commenta, “sarebbe quello di arrivare a settanta. Già oggi comunque ai sessantasette aderenti dovremmo aggiungere quattro nazioni che al momento sono nella posizione di osservatori ma il cui iter dovrebbe concludersi positivamente”.
Il mondiale IBA, o il World Cocktail Championship a seconda di come lo si preferisce chiamare, è una sorta di ‘adunanza’ ovviamente basata sulla competizione ma anche un’incredibile occasione di confronto e di scambio culturale tra bartender provenienti da Paesi molto diversi tra loro. Già esserci insomma è una vittoria. “Assolutamente”, riprende Donnaloia, “ricordiamo che per arrivare a disputare un mondiale si deve, almeno nel caso di AIBES, aver vinto un concorso regionale e poi il concorso nazionale. Insomma, è un percorso a tappe con difficoltà crescenti. Gli italiani saranno due: uno nella categoria classica e uno in quella flair. Possibilità di vittoria? Non mi sbilancio ma mi piace sottolineare che già nell’edizione precedente, a Cuba, i nostri portabandiera hanno dato un’ottima prova di sé riuscendo entrambi a salire sul podio. Una cosa che ha reso molto orgogliosa tutta l’AIBES e che speriamo ovviamente si possa ripetere a Roma”.
Quali saranno allora i principali ‘avversari’ da battere per gli italiani? Impossibile dirlo, forse però non dalle nazioni più storiche e nelle quali l’arte del bartending è pratica consolidata. “Vedo, come dire, un certo rilassamento in Paesi peraltro d’eccellenza nella nostra professione come Regno Unito e Stati Uniti”, sottolinea Fadda, “e molto spirito di ricerca e di innovazione in Estremo Oriente e in Sud America. C’è una forte crescita qualitativa a Singapore, Taiwan e anche in Corea del Sud, molto studio e tanta formazione. Da quelle parti penso possano arrivare delle interessanti novità, ma il nostro mestiere sta crescendo un po’ dovunque.
Ci sono ottimi professionisti ad esempio in Polonia e in Albania, spesso bartender che si sono formati e fatti le ossa in piazze importanti come Londra e che ora sono tornati in patria contribuendo a elevare il bartending locale e a formare nuovi professionisti. Altra novità che credo sia interessante sottolineare è l’emergere del bartending in Africa. A Roma avremo, come osservatori non come concorrenti, rappresentanti della Costa d’Avorio, del Ghana, della Nigeria e del Senegal. IBA sta investendo energie e risorse nella crescita del bartending professionale in Africa, quest’anno ad esempio sponsorizzeremo, nel senso che sosterremo le spese, di uno studente africano per permettergli di frequentare il prestigioso Elite Bartending Course di Singapore”.
Mentre il mondo del bartending internazionale guarda all’Italia, l’Italia del bartending lavora alacremente per arrivare pronta all’evento di fine novembre. “Lo sforzo organizzativo per preparare e realizzare un mondiale IBA è enorme” conclude il presidente Donnaloia. “Questa volta poi alla competizione vera e propria si affiancherà una vera e propria fiera, l’IBA Bar Show, dove aziende da tutto il mondo avranno l’occasione per poter presentare e far assaggiare i propri prodotti a delegazioni provenienti da sessantasette Paesi diversi. Credo sia davvero un’opportunità unica e difficilmente, almeno nel breve tempo, ripetibile. Un’opportunità che le aziende italiane che vogliono essere al nostro fianco non dovrebbero lasciarsi sfuggire”.
WORLD COCKTAIL CHAMPIONSHIP: I PAESI PARTECIPANTI
Queste le delegazioni e i rispettivi Paesi che arriveranno a Roma al seguito dei concorrenti che parteciperanno alla competizione mondiale: Brasile, Bolivia, Cina, Ecuador, Francia, Australia, Macedonia, Portogallo, Singapore, Venezuela, Colombia, Cuba, Cile, Albania, Italia, Lussemburgo, Argentina, Perù, Armenia, Ucraina, Uruguay, Bulgaria, Irlanda, Messico, Russia, Serbia, Taiwan, Bielorussia, Islanda, Repubblica Ceca, Nicaragua, Cipro, Danimarca, Slovenia, Estonia, Spagna, Finlandia, Panama, Georgia, Germania, Grecia, Hong Kong, Croazia, Israele, Corea del Sud, Lettonia, Mongolia, Malta, Ungheria, Giappone, Olanda, Norvegia, Austria, Polonia, Filippine, Portorico, Vietnam, Svezia, Svizzera, Slovacchia, Turchia, Belgio, Montenegro, Macao, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Stati Uniti.
Ai quali si aggiungono come osservatori: Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria, Senegal, Aruba, Belize, Costa Rica e Honduras.
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A cura di Matteo Cioffi
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