12 Agosto 2016
[caption id="attachment_104434" align="alignleft" width="172"] Lorella Cuccarini all’uscita di un noto ristorante milanese con la doggy bag studiata da Comieco[/caption]
Nove italiani su dieci sono consapevoli che nei ristoranti italiani viene sprecato cibo, e molto. Un’indagine di Comieco ha “sondato” l’atteggiamento degli italiani nei confronti delle “doggy bag”. L’interesse è alto, con il 60% che la conosce e la giudica una soluzione giusta sia per non sprecare cibo già pagato sia per contenere gli sprechi alimentari. Ci sono però degli ostacoli. Il primo è la vergogna: il 41% degli intervistati dichiara di sentirsi in imbarazzo nel fare la richiesta e il 77% è d’accordo con chi sostiene che la richiesta di portare a casa il cibo avanzato genera ancora imbarazzo. Anche i ristoratori però sono chiamati in causa: il 24% degli intervistati non si fa dare il cibo o il vino avanzato perché “i ristoratori non sono attrezzati”, oltre il 60% ritiene che i ristoratori siano “poco” o “per niente” disponibili verso la pratica del doggy bag, e questo avverrebbe per il costo dei contenitori (32%), per la “perdita di tempo” (29%), per la difficoltà di organizzare il servizio (17%), ma c’è anche un 18% di italiani che ritiene che per i ristoratori l’offerta del doggy bag “abbassi l’immagine del locale”. Quanto alla disponibilità a pagare il contenitore, il 50% ritiene che il costo debba essere a carico del ristoratore, il 24% potrebbe pagare fino a un euro e il 21% non più di 50 centesimi.
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A cura di Matteo Cioffi
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