29 Ottobre 2013
«L’intrattenimento è un'opportunità da cogliere e da salvare ma solo se offerta da quell'intrattenimento di qualità che fa della sicurezza dei luoghi e del rispetto delle regole i propri elementi fondamentali».
Maurizio Pasca presidente del Silb aprendo i lavori del 30º congresso nazionale dell’associazione imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo - dal titolo inequivocabile, “Il divertimento è una cosa seria. Salento nuova realtà dell’intrattenimento. Qualità sicurezza, regole, controlli” - ha posto da subito l’attenzione sul tema che ha alimentato un dibattito ricco di spunti di riflessione non solo per gli operatori del settore, ma anche per gli amministratori locali e le istituzioni che, forse per la prima volta, si sono confrontati con gli imprenditori in un’occasione pubblica.
Che non a caso si è svolta a Lecce, capitale del Salento che negli ultimi anni è diventato il paradigma di un successo turistico fondato proprio sul divertimento e sulla cultura. Un grande volano per il turismo e per lo sviluppo del territorio, quindi, che richiede da parte delle amministrazioni locali una forte attenzione, per evitare che vada ad esaurirsi.
Per questo il tema delle opportunità offerte dalla movida si scontra con le minacce della mala movida che, molto semplicemente, si chiama abusivismo. Contro il quale Silb combatte da tempo. Proprio il Salento ne è diventato l’epicentro, con 30 denunce e segnalazioni contro l’abusivismo sulle 147 del 2012, ma è anche un laboratorio per le contromisure. Il riferimento è all’iniziativa presa del prefetto di Lecce Giuliana Perrotta che si è fatta promotrice di un protocollo di intesa con le associazioni coinvolte e gli operatori economici a garantire non solo il corretto svolgimento delle loro attività, ma anche a risolvere i problemi evidenziati dalla collettività.
«Le discoteche - ha affermato Pasca - non possono essere il capro espiatorio di problemi di cui non hanno responsabilità. Siamo stanchi di essere messi sempre sul banco degli imputati. È troppo facile accusare i locali regolarmente autorizzati, quando prolifera un mondo di illegalità diffusa e incontrollata. Ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità».
E “assumersi le proprie responsabilità” è stato l’invito più volte risuonato nella sala della Camera di Commercio di Lecce dove si è svolto il congresso. Così come il richiamo alle regole: «Non esiste sviluppo economico senza il rispetto delle regole», ha sottolineato il prefetto Perrotta.
Ma l’assunzione di responsabilità non può prescindere dalla programmazione. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, ricordando il successo di iniziative come la Notte Bianca e il Molo Street Parade, ha richiamato l’attenzione sul fatto che di fronte al cambiamento degli stili di vita e di consumo, «non si può fermare il mare con una mano», ovviamente riferendosi a manifestazioni di mala movida come i rave party o le bevute collettive nelle piazze o iniziative abusive di stabilimenti balneari (tra i principali accusati, visto il tema). «Benissimo siglare un patto tra tutti i diretti interessati, ma occorre avere una strategia ben precisa e le regole, vanno di pari passo con i contenuti che si vogliono dare a quelle regole», ha affermato Gnassi, indicando la strada per gli amministratori pubblici che è quella di incanalare la voglia di divertimento, il bisogno di relazione e di condivisione del pubblico di riferimento, in percorsi definiti che abbiano il solo scopo di mantenere il diritto al divertimento nei binari delle regole e della convivenza. Generando oltretutto profitti per le attività coinvolte.
Ricordiamo che il settore dell’intrattenimento serale e notturno, secondo i dati elaborati dal Centro studi Fipe, con le sue 2.750 imprese dà lavoro a circa 50.000 persone e genera un miliardo di euro di fatturato, lo stesso valore generato dall’offerta abusiva. Se poi si considera il mercato dell’intrattenimento serale e notturno nel suo complesso, comprese cioè tutte le tipologie di pubblico esercizio o di circoli e associazioni, il valore generato arriva a toccare addirittura i 7,5 miliardi di euro. È quindi un settore economicamente molto produttivo che trova attenzione a livello europeo e racchiude in sé un potenziale turistico ancora tutto da sviluppare. Oltretutto, l’offerta si rivolge a un pubblico giovanile, anche se c’è una buona fascia di ultraquarantenni da non sottovalutare In pratica, dei 13 milioni circa di frequentatori annui, il 62,8% è nella fascia di età compresa fra 20 e 44 anni, il 20,5% va oltre questa età e il 16,7% arriva fino ai 19 anni. Si può a ben titolo affermare che le imprese che offrono divertimento svolgono, sia pure indirettamente, una funzione sociale. Per questo il contrasto ai ritrovi non autorizzati è visto da parte degli imprenditori del mondo della notte come una tutela della salute pubblica, prima ancora che una concorrenza sleale.
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