12 Dicembre 2018

Fondo Est, un vantaggio per lavoratori ed imprese

di Silvio Moretti


Fondo Est, un vantaggio per lavoratori ed imprese

Il termine “welfare” è ormai da tempo entrato nel linguaggio comune. Con questa parola si è inteso indicare lo Stato Sociale, conosciuto anche come Stato assistenziale, ovvero quel sistema di norme con il quale lo Stato cerca di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti. Ma a fianco ad esso è andato ormai diffondendosi il così detto welfare contrattuale, quello cioè derivante dalla contrattazione collettiva che le parti (imprenditori e sindacati) definiscono e che si riconduce ad un concetto di “benessere” proprio dal termine inglese da cui proviene che significa “passarsela bene”. Il sistema delle relazioni sindacali, anche nel nostro Paese, rappresenta il luogo ideale per contemperare i diversi interessi e per costruire piani di welfare rispettosi di tutti gli strumenti (dai fondi pensione ai fondi sanitari; dai fondi per la formazione ai fondi bilaterali e ai fondi di solidarietà). Nel corso degli ultimi 30 anni vi è stato da parte della contrattazione collettiva un crescente interesse verso questi temi.Con questo termine si identificano, quindi, una serie di interventi, prevalentemente al servizio dei lavoratori dei quali la forma della assistenza sanitaria integrativa è una componente importante. Ed anche la legislazione nel tempo è stata sempre più attenta per favorire lo sviluppo di forme di assistenza sanitaria integrativa prevedendo una serie di agevolazioni fiscali prevalentemente attraverso la deduzione dei contributi versati agli enti della sanità integrativa con l’obiettivo di incentivare e promuovere la tutela della salute oltre la tutela generale assicurata dal Servizio Nazionale di Salute. Anche per il settore dei Pubblici Esercizi, a partire dal 2005, è presente un Fondo di assistenza Sanitaria integrativa denominato Fondo EST. Fondo Est è il fondo di assistenza sanitaria integrativa del Turismo, del Commercio, dei Servizi e dei settori affini. Si tratta di un fondo paritetico, la cui istituzione è prevista dai rispettivi CCNL dei settori Terziario e Turismo sottoscritti da:Confcommercio, Fipe, Fiavet e dai sindacati: Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil ed ha lo scopo di garantire, ai lavoratori iscritti, trattamenti di assistenza sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Attualmente risultano iscritte al Fondo circa 210.000 imprese per un totale di quasi 1.500.000 di lavoratori.

OBIETTIVI E BENEFICIARI
Il Fondo si pone l’obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori in ogni suo aspetto, proponendo un piano sanitario volto a soddisfare le esigenze di tutti gli iscritti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Beneficiari della iniziativa sono, secondo quanto prevede il CCNL Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale e Turismo dell’8 febbraio 2018, i dipendenti delle aziende di pubblico esercizio che i datori di lavoro hanno l’obbligo di iscrivere al Fondo Est. Devono essere iscritti tutti i dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato (tempo pieno e parziale) e gli apprendisti mentre sono esclusi i quadri e i dirigenti, che hanno un loro Fondo specifico. È consentita anche l’iscrizione di lavoratori dipendenti assunti con contratto a tempo determinato di durata iniziale superiore ai 3 mesi, a condizione che il lavoratore ne faccia richiesta all’azienda per iscritto all’atto dell’assunzione, assumendo a proprio carico l’intero onere relativo ai periodi dell’anno non lavorati ed autorizzando la trattenuta del relativo importo dalle competenze di fine rapporto. Le prestazioni previste riguardano principalmente interventi di diagnostica, visite specialistiche, rimborso ticket, rimborsi per lenti ed occhiali, interventi di chirurgia e pacchetti di riabilitazione e controllo. Sono previste inoltre prestazioni a sostegno di soggetti che versano in stato di invalidità, per l’odontoiatria e pacchetti di prevenzione e maternità.

I COSTI DI ADESIONE
Ma come si alimenta questo Fondo per garantire le prestazioni previste? L’adesione delle aziende, che comporta l’iscrizione dei dipendenti, è il primo passo necessario e si realizza attraverso il versamento di una quota una tantum di € 15 per i Full time – e di € 8 Part time, cui si aggiunge una contribuzione mensile pro capite, a carico del datore di lavoro, di 11 € (Full time/Part time) dal 1° febbraio 2018) e di € 12 (Full time/Part time) dal 1° gennaio 2019. Nel determinare nella contrattazione collettiva tali quote, le Parti hanno ribadito che esse sono da considerarsi parte integrante del trattamento economico ed assumono, pertanto, valenza normativa per tutti coloro che applicano il presente CCNL. Infatti l’azienda che ometta il versamento delle suddette di contribuzione al Fondo Est è tenuta ad erogare al lavoratore un elemento distinto della retribuzione non assorbibile di importo pari ad euro 16,00 lordi, da corrispondere per 14 mensilità e che rientra nella retribuzione, fermo restando il diritto del lavoratore al risarcimento del maggior danno subito. La corresponsione di indennità sostitutive infatti non esonera il datore di lavoro dall’obbligo di garantire al lavoratore le prestazioni sanitarie. È evidente come il riconoscimento, attraverso il Contratto Collettivo, di un benefit ai propri dipendenti quale quello dell’assistenza sanitaria integrativa, i cui punti di forza sono quelli di migliorare la qualità della vita, incentivare la prevenzione e contenere la spesa delle famiglie, si caratterizzi sempre di più come uno degli elementi che possano rendere più attrattivo lavorare nel settore dei pubblici esercizi, realizzando un soddisfacente livello di fidelizzazione nei confronti delle imprese e alimentando un clima migliore e più produttivo nel concepire il rapporto di lavoro all’interno delle nostre imprese.

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