pubblici esercizi
02 Dicembre 2014Possibilità di comunicare anche a voce la presenza di allergeni nei piatti del ristorante e proroga di almeno 18 mesi dell’entrata in vigore del regolamento in materia. Sono le due misure che Fipe-Confcommercio Imprese per l’Italia ha chiesto al Governo in occasione del tavolo tecnico che si è riunito presso il Ministero dello sviluppo economico per discutere del regolamento UE 1169/2011 relativo all’etichettatura degli alimenti.
«Per la ristorazione italiana - afferma Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe Confcommercio - gli esami e le complicazioni non finiscono mai. Siamo consapevoli dell’importanza di dare ai consumatori tutte le informazioni utili a garantirne la sicurezza alimentare, ma rifiutiamo l’idea che non si lasci l’imprenditore libero di farlo nel modo più adeguato alla propria azienda e alla propria clientela».
Questa la dibattuta questione sul tavolo: il 13 dicembre entrerà in vigore il regolamento che obbligherà i 110 mila ristoranti e pizzerie ad indicare la presenza di allergeni nei piatti del menu. E per un modello di ristorazione come quello italiano - osserva Fipe - che fa della varietà e della non ripetitività dei piatti la propria ricchezza, sarebbe improponibile l’imposizione di gestire solo per iscritto la comunicazione ai clienti tanto che si tratti di indicarla nel menu, quanto in un registro, in un cartello o tramite altro sistema equivalente. Fipe sottolinea poi un ulteriore problema: la proroga di un anno per l’etichettatura dei prodotti preincartati secondo le nuove regole non è sufficiente. E’ infatti necessario un procrastinamento, di almeno 18 mesi, a beneficio dei ristoranti, che di quei prodotti sono acquirenti.
«Noi - prosegue Stoppani - chiediamo che, tra le diverse modalità a disposizione delle imprese di ristorazione, non manchi la possibilità di informare il consumatore con una comunicazione orale da parte del personale. Oltretutto altri Stati membri dell’Ue, tra i quali Belgio e Paesi Bassi, stanno adottando provvedimenti nazionali, alcuni dei quali già notificati alla Commissione, che consentono proprio l’indicazione degli allergeni anche secondo la modalità orale».
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A cura di Matteo Cioffi
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