27 Febbraio 2020
Amorim Cork Italia ha ottenuto da un ente indipendente esterno la dimostrazione scientifica che ogni suo singolo tappo in sughero ha un'impronta di carbonio negativa (detta carboon footprint). È stato infatti dimostrato dalla Ernst & Young e PWC che un singolo pezzo consente di trattenere tra i 309 e i 562 g di CO2. Ciò significa che, per un effetto di compensazione, l'uso di un tappo in sughero attenua l'impatto ambientale delle filiere in cui è coinvolto: ad esempio, nell'enologia, l'impronta di carbonio delle bottiglie di vetro, che rilasciano in media tra 300 e 500 g di CO2 durante la produzione a seconda del loro peso, può essere addirittura annullata se per la chiusura si sceglie il sughero.
Le analisi delle diverse fasi del ciclo di vita hanno coinvolto l'intera filiera, quindi l'attività di gestione forestale, quella di trattamento del sughero, compreso il trasporto dalla foresta, la produzione di tappi in sughero naturale, la finitura e il confezionamento degli stessi. È stata inclusa anche la distribuzione del prodotto e informazioni aggiuntive sull’incameramento del carbonio da parte della foresta di querce da sughero, per fornire una prospettiva più ampia sul bilancio complessivo dei gas a effetto serra. L’impatto ambientale che un prodotto provoca è ormai diventato discriminante nelle scelte d’acquisto quotidiane. Anche in tal senso, il tappo in sughero Amorim Cork Italia si è dimostrato inattaccabile, commenta così l’ad Carlos Veloso dos Santos: “Oggi il mondo richiede sempre di più prodotti amici dell’ambiente e a questo livello il sughero ha delle credenziali ineguagliabili, scientificamente dimostrate”.
Nel dettaglio, lo studio ha quantificato i potenziali impatti ambientali legati alla produzione di 1000 tappi di sughero naturale (Neutrocork, Spumante e Sughero Monopezzo) realizzati nelle attività di Corticeira Amorim (dimensioni medie 45mm x 24 mm; peso medio: 3,8 g; composizione media: 99,7% di sughero, 0,3% prodotti di personalizzazione). L’eclatante risultato è frutto di dieci anni di percorso: era il 2010 infatti quando Amorim Group commissionò un’analisi a Ecobilan, appartenente a Price Waterhous de Coopers (PWC) per fare l’analisi del ciclo di vita del sughero in paragone con la plastica e l’alluminio (LCA). I dati, già all’epoca, sono stato schiaccianti a favore del sughero.
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A cura di Matteo Cioffi
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