birra
16 Maggio 2024Niente (o poco) alcol per la birra. In Italia, stando all'ultima indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, un beer lover su due preferisce bere una birra low e no alcol, e a farlo sono principalmente i Millennials, la GenZ e la GenX.
Analogamente al vino e agli spirit, dunque, anche il settore brassicolo è investito da una tendenza no/lo che vede crescere esponenzialmente la sua popolarità: più in generale, sottolinea la survey, l'80% degli amanti della birra, senza distinzione di età, conosce la versione no e low alcol, mentre il 67% di essi la consuma. Non solo, circa un terzo (35%) di questi la beve spesso in alternativa alla birra tradizionale.
Per quanto riguarda le classi di età, la Gen X registra nel complesso il consumo più alto (69%), seguita da Millennials (65%) e Gen Z (62%), ma è apprezzata maggiormente proprio dai più giovani (52% versus 43% della Gen X). Oltre la metà dei consumatori (62%) è infine soddisfatto dell’offerta attualmente presente sul mercato.
PERCHE' PIACE SENZA ALCOL?
«L'industria birraria si sta calando in uno scenario in trasformazione e sta rispondendo a un’evoluzione delle abitudini dei consumatori, investendo in soluzioni innovative e ampliando la gamma di birre offerte - commenta Andrea Bagnolini, direttore generale di AssoBirra -. I produttori stanno abbracciando sempre più un approccio che sposa un consumo moderato, con prodotti privi di alcol o a basso tenore alcolico di alta qualità e radicati nelle tradizioni locali».
Tra gli aspetti più gettonati della birra low e no alcol c'è la possibilità di poterla bere senza subire gli effetti dell'alcol, indicata dal 28% del campione. Il sapore paragonabile a quello della birra tradizionale è un fattore di gradimento per il 17% dei consumatori, mentre il 16% la apprezza in quanto bevanda leggera e digeribile. I principali driver di scelta e di consumo invece, condivisi da tutte le fasce di età, sono la salubrità (per il 29% degli intervistati), il gusto simile alla birra classica (27%) e il minor apporto di calorie (24%). Tra le occasioni di consumo, un terzo (34%) degli intervistati la gusta in alternativa alla birra tradizionale, ad esempio quando deve guidare (32%), mentre 1 su 4 la considera una bevanda rinfrescante da bere durante i pasti e le occasioni sociali.
CONSUMATORI SEMPRE PIU' SALUTISTI
Nell'ultimo anno un bevitore di birra su tre (32%) ha seguito un regime alimentare controllato e tra i target più attenti emerge la Gen Z, con un intervistato su due (45%) che ha dichiarato di aver seguito un’alimentazione oculata, percentuale più elevata rispetto a Millennials (30%) e Gen X (32%).
Nel complesso, tre quarti del campione dell'indagine (76%) afferma di perseguire il proprio benessere fisico, emotivo e mentale attraverso una dieta bilanciata, un numero adeguato di ore di sonno e la pratica di attività fisiche, considerazioni che mettono d’accordo Gen Z, Millennials, Gen X. La metà dei consumatori intervistati (48%) si dedica regolarmente o con una certa frequenza a un’attività sportiva, con Gen Z e i Millennials in testa.
PARLA IL BEER SOMMELIER
Ma quali sono i cambiamenti che sta attraversando l'universo birrario? Quali le ultime tendenze, tra percezione dei consumatori e abbinamenti gastronomici?
«Ormai in tutto il mondo si registra una crescente preferenza per un consumo moderato di alcol, soprattutto tra i Millennials e la Generazione Z: le birre low e no alcol non solo soddisfano il desiderio di un tasso alcolico ridotto, ma sono anche apprezzate per il loro gusto e come simbolo di uno stile di vita sano», sostiene il beer sommelier Fabio Mondini, chiamato dal Centro Informazione Birra di AssoBirra a capire le ragioni per cui anche la birra stia attraversando una fase di innovazione e cambiamento tale.
In merito al food pairing, invece, Mondini è dell'avviso che «per determinare la combinazione migliore tra birra e cibo, occorre esaltare entrambi e non lasciare che il sapore di uno sovrasti l’altro. Le birre low e no alcol sono versatili e ottime da proporre dall’aperitivo a tutto il pasto, con piatti poco strutturati, come verdure, insalate varie, ma anche sushi, carpacci e carni bianche. Tutti abbinamenti per contrapposizione a quelle che sono le caratteristiche organolettiche delle birre ‘leggere’».
Per i produttori, adesso, la sfida è riuscire a mantenere un profilo gustativo ricco, complesso e paragonabile alla birra tradizionale. Ma su questo versante Mondini appare ottimista: «La produzione di birre no e low alcol avviene tramite tecniche come la fermentazione limitata e la rimozione dell'alcol, procedure che permettono di preservare il gusto e l’aroma. Gli investimenti in ricerca mirano a migliorare ulteriormente i prodotti, sfruttando ingredienti come luppolo, spezie ed erbe aromatiche per intensificare il gusto, avvicinando sempre più le birre analcoliche o a bassa gradazione alcolica al sapore tradizionale», conclude il beer sommelier.
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