C
onsidero l’Agricoltura un asset strategi-
co per l’Italia, spesso maltrattato come
succede alle cose importanti, con un
autolesionismochecivedeprimeggiare,
su un fronte allargato, che coinvolge tu-
rismo,tesoriartistici,università,eccellenzevarie.
L’Agricoltura è stataper secoli il settoreprimario
dellanostraeconomia,sucuièconsolidatalano-
stracultura,lanostracucina,lenostretradizioni.
Con la rivoluzione industriale sono cambiate le
prioritànellaelaborazionedellepoliticheecono-
miche nazionali, che hanno visto prevalere gli
interessi dell’Industria, che hanno certamente
favorito la modernizzazione, a svantaggio però
di altri settori e di altri valori, con danni evidenti
all’ambiente, ai territori e alla stessa qualità e
varietà delle produzioni agricole, conseguenze
percepite però con grave ritardo, quando cioè
gli effetti si erano già manifestati.
Conseguenza sono le aree dismesse, abbando-
nate, inquinate, l’abbandonodelle campagne, la
mancata cura del territorio, che ha reso fragile
tutto il sistema.
Hanno dato una forte mano in questo processo
glistessiagricoltori,spessoingolositidagenerosi
sussidi e contributi, erogati anche con finalità
elettorali, che hanno appiattito intraprendenza
imprenditoriale, trasformato l’attività agricola
con l’abbandono di presidi produttivi, difficili
da recuperare anche per Slow Food, spento gli
investimenti in migliorie sull’attività agricola, a
vantaggio di nuovi business che la snaturano.
Cosac’entraperòquestariflessioneconiPubblici
Esercizi, che potrebbe essere anche letta come
impropria invasione di campo?
C’entraperché l’Agricoltura,nel tentativodi ripa-
rare vecchi errori o per recuperare convenienze
gestionali, sta invadendo altri mercati, grazie
anche ad una Politica che continua a riservar-
gli attenzioni benevoli, in termini di buonismo
normativo. Vedi l’invasione di bancarelle gestite
dagli agricoltori in occasione di sagre e la loro
vivace partecipazione ad ogni manifestazione,
gli eccessi degli agriturismo, fenomeni sui quali
rilevo in particolare due criticità.
Innanzitutto il principio della libera concor-
renza deve svilupparsi con l’applicazione delle
stesse regole, in campo fiscale, amministrativo,
urbanistico, igienico-sanitario, condizione oggi
quasi mai osservata! In secondo luogo, esiste un
aspetto che riguarda la formula commerciale,
soprattuttoquandosi trattadi partecipazionead
eventi di piazza, che certamente non valorizza
i prodotti e presenta evidenti lacune, anche in
campo igienico-sanitario.
Èmortificanteper il commerciante, che sul tema
ha altra esperienza e competenza, e ben altre
regole da osservare, oltre che legittimi interessi.
Disorienta e confonde il consumatore, incapace
di orientarsi tra una offerta parallela, spesso al-
largata aprodotti akm. 10.000. Èdannosaper lo
Stato, cheperdegettito fiscalevisti i privilegi che
gode,controproducenteperlostessoagricoltore,
distratto dal suo core-business e inconsapevole
delle ferite che infierisce alla filiera, che prima o
dopo dovrà scontare. E soprattutto danneggia i
prodotti e l’immagine del Food in Italy.
È evidente il mio conflitto d’interesse, da non
confondere però con vittimismo o superficialità
di giudizio, che riconosco anche per evitare i
danni incombenti su questa deriva!
Cordialmente.
Lino Enrico Stoppani
Agricoltura e invasioni di campo
ATTENZIONE
AL BUONISMO
NORMATIVO
CHE FAVORISCE
L’INVASIONE DI
BANCARELLE, SAGRE E
MANIFESTAZIONI SU
CUI NON MANCANO
CRITICITÀ
Il punto
del presidente FIPE
LUGLIO/AGOSTO 2014
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