tutti. Laclientela si suddivide
equamente fra le varie ca-
tegorie: vegetariani, vegani,
chi ha gusti alimentari dif-
ferenti, chi vuole mangiare
qualcosa di leggero, e chi ha
intolleranze. Siamo per la e,
non per la o. Facciamo per
esempio una moussaka ve-
getariana che viene apprez-
zata anche dagli ‘onnivori’, i
quali probabilmente non si
accorgono neanche dell’as-
senza di carne».
Dunque l’accento, anche da
un punto di vista comuni-
cativo è sull’inclusione e la
trasversalità piuttosto che
sulla nicchia un po’ auto-
ghettizzante. Nessun target
preciso,ma inveceuna sorta
di ‘selezione naturale’: «Nel
corso dei primi sei mesi di
apertura abbiamo cercatodi
far autoprofilare la clientela
lasciando l’esternodel loca-
le senza insegna» racconta
Lorenzo Diomede. «Sono
arrivate prima le donne, e
da lì è iniziato il passapa-
rola, anzi, il ‘ti porto io’, nel
senso che le prime clienti
non si limitavano a segna-
larci agli amicima li accom-
pagnavano fisicamente nel
locale.
Non abbiamo mai fatto
iniziative di comunicazio-
ne, nemmeno sui social
network, limitandoci so-
lo a partecipare ad alcuni
eventi che sentivamo affini
alla nostra filosofia.
Abbiamo invece curato la
comunicazione interna,
inserendo nei menu e nel
locale stesso abbondanti
informazioni sulla nostra
offerta.
Il resto è venuto quasi tutto
da sé, compresi i contatti con
l’Associazione ItalianaCelia-
chia e con Vegan ok, al cui
disciplinare sono conformi
i nostri piatti vegani: sono
stati loro a cercarci».
luglio/agosto 2014
mixer
11
Frulez,
Piazza Umberto I 14,
Da frulez serve colazioni,
pranzi, aperitivi e cene. il
progetto è incentrato,
come si vede qui sotto, su
frutta e verdure
L’accento è
sull’inclusione e
la trasversalità
piuttosto che sulla
nicchia un po’
autoghettizzante