sia beverage che food: loca-
li ribattezzati con il termine
“newpub”.
Del resto oggi la ‘’bionda’’
secondo l’ultimo report Istat
(aprile 2014) si è ritagliata uno
spazio significativo tra il vino
e i super alcolici: il 45,3%della
popolazione consumatrice di
alcolici preferisce la birra. A
ordinare più pinte, gli uomi-
ni tra i 22 e 65 anni, ma chi
vuol gustare una birra, oggi,
opta sempre più spesso per i
prodotti di qualità artigianale
del Made in Italy. E il trend è
in continuo aumento.
Se da un lato infatti i consumi
di birra stanno reggendo di
fronte alla crisi, dall’altro in
Italia –esattamente comeègià
accaduto in UK - si è assistito
in pochi anni all’emergere di
un’inarrestabile «nouvelle va-
gue» della birra artigianale.
In termini di volume, si tratta
di una nicchia: poco più del
2% dei 17,2 milioni di ettolitri
consumati in un anno. Ma l’o-
riginalità e la qualità di questa
produzione ha dato una spin-
ta in più alla crescita dei pub.
IL FENOMENO ‘BEER BAR’
L’incredibile boom del seg-
mento della birra artigianale
in Italia è un fenomeno affa-
scinante. Solo pochi anni fa i
microbirrifici non arrivavano
a 50 e oggi sono quasi 400.
In un contesto di mercato più
che favorevole, sono le birre
artigianali di ultima gene-
razione ad avere le migliori
potenzialità di crescita.
Merito dei tanti festival orga-
nizzati per promuoverle, del
forte interesse mediatico, ma
soprattutto dei consumatori
che dimostrano di preferire
la qualità alla quantità, anche
quandobevonobirra. Un’idea
alternativa, che staprendendo
piede nelle nuove aperture e
che promette un buon gua-
dagno, è quella di aprire un
beer bar.
Al momento, in tutta Italia, i
beer bar che vendono esclu-
sivamente birra artigianale
non sono nemmeno 200 e si
trovano in prevalenza al Nord
e a Roma, dove sono anche
meta di moltissimi turisti. «I
beer bar si caratterizzano per
l’ampia gamma di birre in
vendita, tutte rigorosamen-
te artigianali: anche 40-50
spine nei locali più grandi,
di cui alcune a rotazione per
avere un po’ di tutto tra dolci,
amare, di vari stili, italiane
e straniere, e una carta di
200-300 birre in bottiglia, da
bere sul posto e/o da asporto»
commenta Teo Musso, pro-
duttore della birra artigiana-
le Baladineproprietariodella
catena di pub Baladin diffuse
nelle maggiori città italiane.
IL PERCHÉ DEL SUCCESSO
Con il suo mix di aromi e sa-
pori, la “bionda” artigianale
ha conquistato i palati più
raffinati. Il procedimento
naturale non prevede la pa-
storizzazione, la filtrazione
e l’aggiunta di conservanti.
I “microbirrifici” sono per-
lopiù piccole imprese arti-
giane che si differenziano
dai “giganti” dell’industria
soddisfacendo una domanda
(in crescita) più attenta alla
qualità e genuinità .
Per le differenze di consumo
tra birra industriale e artigia-
nale, secondo una ricerca di
Matteo Bonfanti, presidente
di Unionbirrai, un buon 40%
si dice esclusivamente legato
a consumi industriali, un 35%
afferma di consumare dal 60
al 100% di birra artigianale,
mentre la restante parte si po-
ne nel mezzo, consumandole
entrambe.
Per il futuro si pensa addirit-
tura che si possa arrivare a
una situazione di equilibrio
del 50% dei consumi tra birra
industriale e artigianale.
18
Mixer
NOVEMBRE 2014
Pub Italia
IN PROFONDITÀ
Accise
IL NEMICOALL’ORIZZONTE
L’amata “bionda” sta diventando più cara a causa dell’aumento delle
accise sulla birra. Le imposte si sono fatte già sentire a ottobre 2013
e gennaio 2014; la prossima è prevista per gennaio 2015.
Assobirra, l’associazione dei produttori italiani, ha fatto notare che
se già oggi un sorso di birra su tre se lo beve lo Stato attraverso le
tasse, con i nuovi aumenti il fisco si sta bevendo un sorso su due.
La tassazione della birra Italia è fra le più alte in Europa. In Germania,
ad esempio, l’accisa sulla birra è pari a 9,4 euro per ettolitro, in
Spagna a 9,9 euro: meno di un terzo dell’accisa
italiana attuale e un quarto di quella prevista da inizio 2015.