In UK i pub sono in affan-
no. Lei ha da poco aperto
lo Sloan Square a Milano.
In Italia quindi c’è ancora
spazio per questa tipologia
di locali?
Ho sempre voluto aprire un
vero english pub nella mia
città d’adozione, Milano, con
buona birra e spettacoli in
inglese. Il pub in Inghilterra
nonè solounbar: èun tempio
sociale dove incontri la tua
futura moglie, dove si fanno
funerali, feste di battesimo;
è molto importante per gli
inglesi avere un posto dove
andare, trovare persone che
conosci, dove tutti sanno il
tuo nome. Io volevo portare
questo concetto a Milano.
Ora non mi manca più niente
dell’Inghilterraepensoche in
Italia questo genere di locale
possa avere successo.
E la crisi dei pub inglesi?
Sembra che certe cose in In-
ghilterra stiano passando di
moda. Nel sensochegli ingle-
si bevono meno tè, i giovani
sono un po’ più sportivi. Se-
condo me sono fasi: le gene-
razioni nuovehanno interessi
diversi, non so quanto questo
siadovutoal costodellabirra.
In Italia invece la ‘bionda’ pia-
ce e l’interesse per una buona
birra cresce sempre di più.
Lei ha 38 spine e 400 eti-
chette perlopiù artigianali.
Come mai questa scelta?
Il mercato delle artigianali
‘made in Italy’ èunodei pochi
che ha fatto registrare negli
ultimi anni un trend positivo,
sia per quanto riguarda i vo-
lumi prodotti (molti dei quali
ancheesportati), sia intermini
dioccupazione(datiincontro-
tendenza col dato nazionale).
Sicuramente l’aumento delle
accise ha contribuito a far
aumentare i prezzi di vendita
dei prodotti italiani, anche se
uno dei principali problemi
del caro prezzi riguarda i vo-
lumi prodotti: molto bassi ri-
spetto alla media europea o a
quelli Usa. Infatti, nonostante
il forte incremento di vendite
di birre artigianali ‘made in
Italy’, il consumo pro capite
dell’italiano medio non è au-
mentatointerminidi consumi
annui, contro lamedia di altri
Paesi europei dove la cultu-
ra birraria è sicuramente più
datata storicamente rispettoa
quella italiana.Mi verrebbeda
dire che i consumi si stanno
spostando dalla classica birra
industriale a quella artigiana-
le, ma solo in termini di quote
di mercato, e per ora i volumi
o ettolitri prodotti non sono
sufficienti per ottenere delle
economie di scala tali da giu-
stificare una diminuzione del
prezzo.
Comehaselezionatolebirre
in assortimento?
Abbiamo 38 spine ‘hand
pump’ euna selezionedi oltre
400 etichette provenienti da
tutto il mondo: dalle migliori
Craft Beer Americane, del Re-
gno Unito, del Belgio e della
Germania non tralasciando
Paesi emergenti come la Da-
nimarca, laSveziae laSpagna.
La scelta è dettata dall’idea di
dare a Milano un risto-pub di
carattereinternazionalemolto
incentrato sul mondo anglo-
sassone, con una selezione di
birre internazionali chenonsi
trovano sullapiazzamilanese
dove, invece, ci sono ottimi
locali dove poter degustare
le buonissime birre Made in
Italy.
Allo Sloan Square c’è un’ot-
tima offerta food e buona
musica spesso live. Pensa
sia legatoaquesto il succes-
so del pub in Italia?
I dati dei primi mesi dall’a-
pertura a oggi fanno ben
sperare. Sicuramente si trat-
ta di un mix di fattori, molto
dipende anche dall’attenzio-
ne che poniamo alla lingua
inglese con serate a tema, o
solo semplicemente con altre
iniziative come il Breakfast
in English. Per questo siamo
molto attrattivi nei confronti
della clientela internazionale
e forse rappresentiamo una
novità su piazza.
M
Pub Italia
IN PROFONDITÀ
The place
to be
IN NETTA CONTROTENDENZA CON I
CUGINI INGLESI, JOHN PETER SLOAN,
VOLTO NOTO AL PUBBLICO TELEVISIVO
E RADIOFONICO, HA DA POCO APERTO
UN VERO ENGLISH PUB NEL CUORE DI
MILANO DOVE LE BIRRE ARTIGIANALI
SONO LE PROTAGONISTE ASSOLUTE.
ECCO COSA CI HA RACCONTATO DEL
SUO SLOAN SQUARE