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72

Mixer

FEBBRAIO 2015

I

n qualche libreria lo si

trova ancora. È un libro

scritto da

Luigi Furin

i

dal titolo emblematico,

Volevo solo vendere la

pizza

; è una storia, amara e

senza lieto fine, di un giova-

ne entusiasta che decide di

aprire un locale investendo

tutti i suoi risparmi: permes-

si, burocrazia, inutili ostacoli,

balzelli vari, lungaggini esa-

speranti, transumanze da un

ufficio all’altro lo convincono

a desistere; ecco l’ingloriosa

fine di un sogno, Luigi, stre-

mato, rinuncia.

Si può cominciare anche da

qui a parlare di desideri in-

franti: chi resiste e quelli che

invece chiudono, chi prospe-

ra, chi apre malgrado la lun-

ga e dolorosa crisi economica

scommettendo, e a volte è un

vero e proprio azzardo, sul

proprio futuro… È un elenco

nel quale si incastrano, come

tessere di un puzzle, diversi

fattori e ogni pizzaiolo ha i

suoi, diversi da quelli dei suoi

competitors. Posizione, target

dei clienti, concorrenza, scel-

te strategiche e gastronomi-

che… a ciascuno i suoi, che

permettono di capire come

fare in alcuni casi ad andare

avanti (anche se certo la sola

sopravvivenza economica e

professionale nonpaga, al più

rimanda un problema che va

risolto in altro modo), ad al-

tri a emergere, ad alcuni pur-

troppo, e non sono pochi, a

chiudere l’attività. Su tutto e

tutti un diktat, mai come in

questo periodo buio di forte

attualità: bando alle improv-

visazioni e ai pressapochismi,

le pizzerie spuntano come

funghi, in alcuni casi l’una

accanto all’altra; diversamen-

te si va tutti a casa…

RESISTERE, RESISTERE,

RESISTERE

«Ho aperto il mio locale – rac-

conta

Giuseppe Castellano

della

Pizzeria Smeraldo

di

Brescia – diversi anni fa. Nel

tempo, crisi e concorrenza

di pizzerie “low cost” hanno

costrettomolti miei colleghi a

chiudere. Non è stato facile, e

amaggior ragione ancora non

lo è, rimanere aperti. Ma con il

duro lavoro e la passione per

quello che facciamopossiamo

assicurare una qualità costan-

te e siamo ancora in pista. Se

però le cose non cambiano

quanto resisteremo?».

Una confessione gelida e sin-

cera, che rimanda a bollette,

affitti e utenze sempre più pe-

santi, a un portafoglio clienti

che, piano piano, sta diven-

tando sempre più sottile.

Sono però diverse le discri-

minanti che determinano suc-

CHI APRE E CHI CHIUDE,

CHI SOPRAVVIVE E

CHI EMERGE. VIAGGIO

AL CENTRO DELLA

CRISI ECONOMICA

IN PIZZERIA, CON

QUALCHE SORPRESA,

MILLE IDEE E UNA

STRAORDINARIA

VOLONTÀ DI FARCELA,

CONTRO TUTTO E TUTTI,

SOTTO IL SEGNO DELLA

PROFESSIONALITÀ MA

ANCHE DI BUON SENSO

E CERVELLO

DI ANDREA MATTEUCCI

La crisi è un’opportunità

RISTORAZIONE

Pizzerie