I
l 30% è la “fetta” che si conquistano le azien-
de italiane nel mercato di alta gamma: un
risultato ancora più notevole se si considera
che il settore lotta contromolte delle proble-
matiche più generali del sistema industriale
italiano. A cominciare da unmodello di business
legato a schemi spesso sorpassati e soprattutto
dalla frammentazione: pur avendo le aziende
più piccole (con un fatturato medio di 45 milioni
contro una media mondiale di 80),
il Made in
Italy ha la quota dimercatomaggiore rispetto
ai competitor
, che sale al 39% nella fascia più
alta del mercato e arriva addirittura al 50% per
settori come l’illuminazione e il living.
Le aziende italiane sono state pioniere e so-
no ancora protagoniste indiscusse di quel
mercato di alta gamma (Core Design) che
vale 29 miliardi di euro
, di cui i brand italiani
detengono appunto una quota di circa il 30%
(8,3 miliardi) e soprattutto del segmento più
alto (Pure Design) che vale 18 miliardi di euro
(quota italiana: 39%, 7 miliardi). Nel complesso,
il mercato mondiale del design ha superato i 90
miliardi di euro, che diventano oltre 360 con-
tando anche i produttori unbranded.
La ricetta per consolidare questo prima-
to? Secondo
Claudia D’Arpizio
, Partner di
Bain&Company
, “il settore ha davanti a sé un
futuro brillante se riuscirà a slegarsi dai vincoli
che lo legano al presente. È tra le industry più
all’avanguardia, in grado di sviluppare prodotti
altamente innovativi, sia da un punto di vista
funzionale che estetico. Per crescere sarà ne-
cessario lo stesso approccio innovativo non più
solo sul prodotto ma per evolvere la route-to-
market ora legata ad un modello estremamente
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mixer
maggio 2015
Design e oltre: è l’esperienza
la chiave del format del futuro
le aziende
italiane hanno
il primato nel
mercato di alta
gamma. le ricette
per difendere
quel risultato
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