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S

i stringono rapporti più solidi, in partico-

lar modo quelli lavorativi, a tavola piut-

tosto che in camera da letto. Non a caso

si parla di ‘mettersi attorno ad un tavolo’,

anche sepersonalmente ho sempreprefe-

rito a penne pregiate, portadocumenti e laptop,

una tavola apparecchiata. Il vino in tutto questo

svolge, neanche a dirlo, un ruolo fondamentale.

Messo da parte il costo dell’etichetta – in Italia

per fortuna non va sempre di pari passo con la

qualità- a tavola accadono sempre grandi cose.

Forse grazie a questa attitudine il vino italiano si

sta aprendo sempre di più verso una ‘tavola’ che

fino ad oggi aveva dell’impensabile.

Sto parlan-

do del mercato cubano

. Nonostante l’attitudine

da queste parti sia rivoluzionaria, non credo che

la passione dei cubani per la ‘cerveza’ rischi, a

breve, di essere scalzata dal vino. Tuttavia anche

nella poco commerciale –solo in apparenza- Isla

Grande proprio il vino può costituire un pro-

dotto in grado di ritagliarsi una fetta di mercato

sempre più cospicua. In realtà le etichette, in

particolar modo spagnole o sud americane, sono

già presenti sull’isola, venendo per altro offerte

a prezzi neppure troppo proibitivi. Non manca

poi qualche grande produttore italiano, magari

nelle carte vini di strutture di lusso. Numerose

e note aziende toscane, venete, lombarde, senza

dimenticare alcune realtà del sud Italia, sono

presenti in maniera timida ma sempre più con-

vincente. Se i numeri sono risicati,

l’entusiasmo

per i vini di casa nostra che si registra tra i

sommelier cubani e tra il grande pubblico di

visitatori stranieri è in costante ascesa

. Certo

la combinazione tra debolezza economica del

mercato interno, condizioni di conservazionenon

sempre ottimali delle etichette, concorrenza di

realtà enologiche molto più radicate, vuoi anche

per questioni linguistiche o di politica commer-

ciale, non favoriscono certo il nostro prodotto.

I presupposti per crescere tuttavia ci sono tutti.

Chianti e sigaro cubano

Negli ultimi due anni sono stati inaugurati 350

ristoranti, senza contare i lenti avvicinamenti –mi

riferisco in particolar modo agli Stati Uniti- che

porteranno ad un progressivo intorpidimento

dell’embargo. Nell’attesa il vino italiano trova

spazi sempre più importanti. Lo dimostra il re-

cente

Festival de l’Habano

. La kermesse legata

al sigaro cubano sul finire del mese di febbraio

ha radunato a l’Avana ospiti provenienti da ben

66

mixer

MAGGIO 2015

Il sommelier

gli esperti

Aggiungi un posto

a tavola

Anche Cuba si siede

alla tavola del vino

italiano grazie a

partnership di gusto.

Che sia questa la vera

revolucion per il vino

di casa nostra?

Luca Gardini

Romagnolo verace,

Luca Gardini inizia

giovanissimo la sua

carriera, divenendo

Sommelier Professionista

nel 2003 a soli 22

anni, per poi essere

incoronato, già l’anno

successivo, miglior

Sommelier d’Italia e -nel

2010- Miglior Sommelier

del mondo.