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sempre più le proteine animali in menù, pur rimanen-

do ristoranti “classici”. Una maggiore attenzione alla

salute, ma anche ragioni etiche e religiose fanno sì che

il movimento abbia sempre più successo. Attenzione

però: la cucina vegetariana non deve essere punitiva

ma piuttosto buona, golosa, leggera, curiosa, fatta di

contrasti a livello di consistenze e colori. Al di là delle

scelte etiche, è anche allegria, colori e natura”. E questo

varrà sempre più anche per le altre cucine “free from”

che si stanno diffondendo, a causa dell’impennata delle

intolleranze alimentari: senza glutine e senza lattosio.

“ S

precare sempre meno e utilizza-

re il 90, il 100% di un prodotto

deve essere per noi cuochi un modus

operandi” dice

Andrea Berton

, chef

stellato basato a Milano. “Se si cono-

scono le lavorazioni e le caratteristiche

di un prodotto, se ne possono usare

tutte le parti; ad esempio la buccia di

patata può essere fritta”.

Una filosofia che sta contagiando ormai il mondo del

food a tutti i livelli, dalla grande distribuzione (con

la legge francese che impone il riutilizzo totale degli

alimenti invendibili) alle campagne governative verso

il consumatore, “grande sprecone”. Il tristellato

Massi-

mo Bottura

al Refettorio Caritas a Milano cucina cene

con gli scarti di EXPO. E sono sempre più i ristoranti

“zero-waste”: dall’

Èvviva

di Riccione di

Franco Ali-

berti

al

Silo

di Brighton, che coltivano, compostano,

riutilizzano le materie prime usate in cucina.

“ S

e non è questo sarà il prossimo,

ma è indubbio che sta arrivando

l’annodelle donne, che in cucina hanno

una presenza sempre più importante.

Ci sono esempi di grandi cuoche come

DominiqueCrenn

(due stelleMichelin

a San Francisco, ndr) chemi piacemolto

e fauna cucinadavveromoderna. Siamo

pronte ad uscire dalla “particolarità” e

giocarcela alla pari con gli uomini”. Pa-

rola di

Cristina Bowerman

, chef stellata e prima donna

chef ambassador Expo (da poco raggiunta nel “team” da

Viviana Varese). “Non penso che esista una cucina “al

femminile”, ogni cucina è il risultato degli studi, delle

esperienze, degli incontri di una persona, ma ancora

esistono molti pregiudizi ed ostacoli nell’assumere uno

chef donna “in età fertile”. Siamo come milioni di formi-

che che non hanno ancora organizzato il loro formicaio

perché diventi il numero 1 al mondo”.

O, quanto meno, che se la giochi alla pari.

Fare networking è fondamentale per dare una svolta

al sistema, e le donne stanno iniziando a farlo come

mostrano gli esempi del Parabere Forum e del Jubilee

organizzato inUSA da

CherryBomb

, bimestrale che parla

di donne e food. “Incontrarsi, fare rete aiuta. È importan-

te avere modelli femminili, quanti più ce ne sono tanto

più diventa facile. A marzo a Bilbao

Maria Canabal

ha

organizzato il primo Parabere, “forum gastronomico di

donne per le donne”, che si ripeterà l’anno prossimo.

Sono convinta che il peggio sia passato, ora il percorso

per le donne è in discesa”.

39

mixer

luglio/agosto 2015

Spreco?

Zero!

Donne in

cucina,

il grande

ritorno

a fianco Cristina bowerman con

alcuni suoi piatti: “Come le api al miele”

e, in basso a destra, “il Nido dell’Ape”