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Nuove tendenze

pubblico esercizio

lo “stato dell’arte” della disciplina. “Il food design

negli ultimi quattro anni ha subito un’accelerazione,

superando il fatto puramente estetico e formale ed

è passato a lavorare sul racconto, la gestualità, il

messaggio a partire dal cibo. Non più mera creazione

artistica, il cibo diventa strumento per trasmette-

re qualcosa: un’emozione personale o una tematica

globale o sociale.

Anche l’attenzione all’origine e al processo è fonda-

mentale. In questo vedo un’alleanza possibile con gli

chef. Un esempio nella ristorazione? René Redzepi del

Noma, con la sua attenzione per l’elemento magico

e la naturalezza dell’ingrediente”.

Chef e food designer diversi e sinergici

In teoria lo chef sta al food designer come l’artigiano

sta al designer: ma è proprio così? Certo si può essere

grandi cuochi senza farsi troppe domande sul signi-

ficato sociologico delle proprie creazioni. Allo stesso

tempo, è indubbio che la forma e la presentazione di un

piatto influenzino il gusto e la percezione del cliente,

oggi più che mai informato e bombardato di immagini

e suggestioni da tutto il mondo. Il food designer non

è un cuoco né un agricoltore, tanto meno un critico

gastronomico; è però, secondo una definizione di Ma-

rije Vogelzang della

Design Academy Eindhoven

, un

“agente di collegamento, che può collaborare con tutte

il “cornetto fluorescente” di Bompass

& Parr nasce da una collaborazione

con l’azienda di gelati Wall’s ed è stato

distribuito alla prima del film “La fine

del mondo” al Vue Cinema di Leicester

Square, Londra

Credit

Cornetto

Jelly pebbles and

stones, gelatine

personalizzate

di tutte le forme,

gusti e colori ma

anche kit fai-da-

te sono la firma

di Bompass&Parr

(anche nella

pagina seguente)

Credit

Charlott

Ommedal