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FEBBRAIO 2016

Mixer

1

L’editoriale

di David Migliori

Buona lettura

Sguardi sul futuro,

contaminazioni

e una bella storia italiana

Q

uando si prova ad immaginare il ci-

bo di domani ci si imbatte subito nel

problema di come possano coesiste-

re tendenze all’apparenza opposte.

Diametralmente opposte. Difficile

soddisfare le richieste della clientela

se da una parte è in piena riscoperta

delle tradizioni di una volta, ma dall’altra è infatuata

dall’utilizzo delle nuove tecnologie in cucina. Come

trovare la giusta quadra? E di fronte alle ricerche

che evidenziano una crescita dell’attitudine casalinga

cosa fare? Demoralizzarsi non serve, anche perché

servizi take away di nuova generazione non sono

così impossibili da gestire. E Amazon & company,

una cucina non ce l’hanno e forse possono essere i

pubblici esercizi a servirsi di questi nuovi mezzi per

raggiungere le persone direttamente a casa propria….

(a pag. 6)

L’articolo successivo serve a ricordarci quanto conti il

buon vecchio “passaparola”, anche nella sua versione

rinnovata sul web.

Che si gestisca un bar, una gelateria

o una piadineria la buona reputazione è fondamentale

per il successo.

Pensare di fare a meno dei commenti

sui social o su internet è un errore molto grave quan-

do ormai il 90% delle persone cerca informazioni sui

ristoranti anche via internet. I vantaggi di un positivo

passaparola web sono ben elencati a pag 12.

Continuiamo a guardare al domani con le stampanti 3D

a pag24. Quando abbiamo deciso di parlarne eravamo

consapevoli di essere i primi a farlo in ambito food

ed eravamo convinti di raccontare scenari futuristici.

E invece già oggi alcuni chef innovatori hanno iniziato a

realizzare pizze, pasta e dolci in questo modo. E molto

presto, questa avanguardia avrà un seguito di massa.

Meglio saperne di più su questa nuova tecnologia che

cambia non solo la forma, ma anche la sostanza del

cibo. E, tra non molto, anche dei drink.

A questo proposito, la mixability ha sempre uno spazio

importante su Mixer. Ogni mese sulle nostre pagine ap-

paiono i più noti ed affermati bartender del Paese, senza

dare spazio a polemiche o rivalità.

Siamo, anzi, convinti

che insieme i vari Sisti, Vezzali, Vanzan (solo per ci-

tare alcuni dei protagonisti di questo mese) sono dei

fari guida per le migliaia di appassionati di cocktail

e di sperimentazione coi drink. E noi cerchiamo di

avere da loro spunti e suggerimenti per i nostri lettori:

continuiamo ad approfondire il tema della “contami-

nazione”, in questo caso, col cibo. E le sorprese non

mancheranno (a pag.60).

Lo spazio stringe e non ho nemmeno accennato al ric-

co dossier birra

di pag 50 con buone notizie per i

consumi o alla buona annata per quanto riguarda il

vino di cui parla Luca Gardini a pag.78, e nemmeno

ho citato un format innovativo quello dei Detox, bar

naturali dedicati alla salute, a cui abbiamo dedicato

un servizio a pag.84.

Voglio però chiudere questo editoriale invitandovi a leg-

gereunabella storiadi cui parliamoapag. 46, quelladel

Ristorante Pizzeria Da Rosa.

È una bella storia italiana,

un bell’esempio di immigrazione e di integrazione, di

una piccola pizzeria in un paesino della brianza che ha

saputo crescere e trasformarsi, anno dopo anno, con

coraggio e innovazione, fino a diventare un’attività di

ristorazionedi grande successo.Gli ingredienti di questo

successo sono molti: il rigido rispetto della qualità di

quanto viene servito, anche per la scelta dell’acqua o

del caffè che molti trascurano; il coraggio di osare e di

sperimentarepiatti epizzeoriginali e fuori dall’ordinario

e, ultimo ma non meno importante, una grande unità

famigliare che ha permesso ai fratelli gestori di spe-

cializzarsi ognuno in un ambito preciso del lavoro, chi

in sala, chi in cucina, chi alle pizze. È bello raccontare

una storia in cui impegno e serietà alla fine portano i

risultati meritati. Complimenti.