FEBBRAIO 2016
Mixer
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sumatori, comincia ad essere qualcosa di più di una
moda passeggera.
Non dispiace restare a casa, possibilmente con amici
selezionati, senza però rinunciare ai piaceri gourmet.
Parafrasando il motto, succede allora che “se il cliente
non va al ristorante è il ristorante che va dal cliente”.
Sono infatti sempre più numerosi i siti che permet-
tono di geolocalizzare il locale più vicino, magari
selezionandolo in base alla specialità culinaria, e
di aspettare comodamente a casa il servizio a do-
micilio.
Da una parte all’altra del globo si tratta di una pratica
sempre più nota e apprezzata. Leader, ancora gli Stati
Uniti. Prendiamo Seattle per esempio: qui è possibile
trovare concentrati
Amazon, BiteSquad, uberEats,
DoorDash, Lish, Munchery, Square-owned Caviar,
Postmates, Seamless, GrubHub, Yelp-owned Eat
24 e Peached
: per lo più si tratta di intermediari tra
clienti e veri ristoranti, quasi nessuno di questi prepara
realmente del cibo. Eppure sembra un ruolo destinato
al successo: veramente notevole. Un problema potreb-
be essere l’affollamento: troppa offerta, battaglia sui
prezzi, rischio livello qualitativo. Un’equazione che
non vorremo mai si realizzasse.
E poi ecco un altro trend, ancora in embrione, ma forse
sarebbe il caso di tenerlo d’occhio: in Usa comincia
ad andare veramente forte e in qualche caso è già
“griffato” con nomi di chef di grido.
Stiamo parlando del format dei
KitMeal
, pasti in scatola
in cui vengono inserite le porzioni esattamente calcolate
IN QUESTA PAGINA I KIT MEAL DI HELLO FRESH
DI CUI JAMIE OLIVER È TESTIMONIAL
WWW.HELLOFRESH.COM/JAMIE-OLIVER/