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A

lla recente manifestazione di presentazione

della “Guida 2016 Euro-Toques”, preceduta da

un confronto tra addetti ai lavori, sono emersi

due interrogativi che riguardavano rispettiva-

mente la certificazione della professione di

cuoco e la necessità di rivalutare il ruolo degli addetti

alla sala.

La prima esigenza, certamente molto corporativa, nasce

dall’improvvisazione che dilaga nel settore, nel quale

molti si improvvisano o si accreditano come chef, senza

titolo o percorsi professionali appropriati, trasferendo poi

un’immagine sbagliata della professione o facendo danni,

a se stessi, all’azienda in cui operano e ai consumatori.

I problemi sono essenzialmente due; il primo è il poter

certificare il valore tecnico di un professionista, che, a

mio avviso, è un falso problema.

Non basta il titolo di studio o i passaggi professionali

indicati nel curriculum-vitae per certificare il valore di un

professionista, e la conseguente retribuzione, ma è la prova

dei fatti a documentarne l’affidabilità e le competenze.

Capacità organizzativa, competenze tecniche, compresa

quella di saper elaborare ricette, selezionare, conservare

e somministrare materia prime, con un occhio attento al

food cost, capacità di comando, sono valori che escono

immediatamente, senza bisogno, cioè, di testimonianze

documentali!

L’altro aspetto riguarda, invece, la sicurezza del con-

sumatore, che è un problema vero,

sulla quale una

riflessione sul possesso dei requisiti professionali, e il

loro mantenimento, andrebbe fatto, magari con l’intro-

duzione di preventivi filtri per regolare l’esercizio della

professione.

La riflessione, però, non ha finalità di ricontingentare

il mercato o di evitare che si millantino titoli, quanto

piuttosto la necessità di salvaguardare il ruolo di una

professione, indispensabile per valorizzare la Cucina Ita-

liana, che non può accettare la diffusa improvvisazione,

che poi danneggia l’intero comparto.

Se vogliamo investire sulla Cucina anche come elemento

di rafforzamento del marchio Italia, va contrastata la ba-

nalizzazione che la sta inquinando, anche per colpa di

Ristoratori che si ritengono attrezzati dopo aver seguito

una serie di “Masterchef”.

E’ stato introdotto l’obbligo formativo per gli Esercenti

che installano macchine da gioco nei loro locali,

con

la giusta finalità di contrastare il grave fenomeno sociale

della Ludopatia; perché allora non pensare qualcosa di

simile anche per i professionisti della cucina, che po-

trebbero fare ancora più danno, visto che al Ristorante

ci vanno tutti?

Prospettiva forse oggi impraticabile, visto il generale

orientamento liberalizzante, ma è giusto porsi un vero

problema, certamente di rilievo anche sul fronte sindacale.

L’altra questione è la disaffezione verso i lavori di sala,

un tempo, invece, ambiti per la varietà della professione,

per la preparazione che richiedeva, anche linguistica, per

la forte impronta personale che esprimeva, arricchita dal

costante contatto con il cliente e, infine, anche per la

componente retributiva, mance comprese!

Il loro declino ha tante ragioni, in primis la profonda

trasformazione del mestiere, mortificato spesso a semplice

portatore di piatti, con la conseguente erosione di un

patrimonio di competenze, che hanno caratterizzato il

valore dell’accoglienza italiana grazie ad eccellenti maitre,

barman, chef e demi-chef de rang.

Non tutto è perduto e qualcosa si sta recuperando,

anche grazie agli Alberghi,

ma andrebbe fatto uno

sforzo per recuperare valore ad una professione, anche

agli occhi dei tanti bravi giovani interessati al nostro

settore, rafforzando la specializzazione nelle Scuole e

ridando dignità al ruolo.

Un ottimo servizio nasconde facilmente debolezze della

cucina e, contrariamente, un cattivo servizio danneggia

ottimi piatti, come il giardino per la casa.

L’organizzazione, le gerarchie e i ruoli all’interno di un

Ristorante sannomolto di militare, dove però tutti devono

avere importanza e dignità, anche per costruire Brigate

che fanno la fortuna dei grandi locali.

Chef e Chef de Rang

Il punto

del presidente FIPE

Lino Enrico Stoppani

2

Mixer

FEBBRAIO 2016

Cordialmente.