ogni piatto un aspetto bello, gradevole o semplicemente
simile all’originale (ricordiamo che si parte sempre da
“impasti” trasformabili in qualsiasi forma), potrebbe
anche essere utilizzata per far accettare i “nuovi cibi”
che stanno già entrando nelle cucine e nell’immagina-
rio dei consumatori, e in particolare l’alternativa alle
proteine animali provenienti da allevamenti giudicati
ormai sempre più insostenibili per l’uomo e l’ambiente,
eticamente ed economicamente. Expo ha di fatto se non
sdoganato (a questo ci ha pensato l’Unione europea)
“messo sul piatto” l’utilizzo di insetti per l’alimentazio-
ne, sotto forma di farine ad esempio, ma “in coda” per
entrare nelle nostre tavole ci sono gli alimenti realizzati
in laboratorio, carne, latte e uova in primis.
È ancora presto parlare di commercializzazione
anche se molte start up stanno raccogliendo fondi su
piattaforme come Kickstarter per poter realizzare la
propria foodprinter su larga scala. Intantoperò aBerlino
un bar, Dimension Alley, ha già fatto della stampa 3D
(non-food) un business e un “marchio di fabbrica”: tra
un caffè e un tramezzino, propone stampa di oggetti,
prototipi per creativi e professionisti e gadget fai-da-te,
nonché corsi per adulti e bambini.
M
Innovazione
PUBBLICO ESERCIZIO
CON L’OLANDESE TNO BARILLA HA SVILUPPATO UNA STAMPANTE IN
GRADO DI STAMPARE FORME DI PASTA IN 3D (4 OGNI 2 MINUTI). E
HA INDETTO UN CONCORSO INTERNAZIONALE PER TROVARE NUOVE
FORME DI PASTA. ECCO I VINCITORI
Cresce sul davanzale, si trasforma, cambia gusto con
il passare del tempo. È Edible Growth, l’“amouse-
bouche” tecnologico ideato dalla designer e foodie
olandese Chloé Rutzerveld. Non ancora disponibile per la
commercializzazione (“stiamo studiando i materiali più adatti
con un’università tedesca”) unisce la stampa tridimensionale
a organismi viventi. In una base rigida commestibile viene
inserito un gel altamente nutriente (tipo agar agar) che
entra in contatto con spore, lieviti e semi. I quali, con il
passare dei giorni, crescono. “Volevo dimostrare che il cibo
tecnologico non deve essere necessariamente poco sano o
innaturale. Edible Growth è sano, naturale e sostenibile, cresce
sul posto e non ha packaging. È un esempio di un prodotto
alimentare futuro che unisce le nuove tecnologie e le pratiche
autentiche ed originarie della crescita, della fermentazione e del
nutrimento”. Come funziona? Si stampano “fogli” che contengono
spore, semi e lieviti. Entro cinque giorni i germogli e i funghi
iniziano a crescere e il lievito fa fermentare il terreno solido che
diventa liquido. Man mano che cambia l’aspetto del prodotto,
varia l’odore e l’intensità del gusto: dunque il consumatore può
decidere in che fase vuole mangiarlo.
NUOVE FRONTIERE
Il cibo che cresce
28
Mixer
FEBBRAIO 2016