DICEMBRE/GENNAIO 2016
Mixer
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crescita del biologico e del km0, il boom della birra
artigianale, il ritorno generalizzato al tradizionale,
al “fatto in casa”. Le divisioni marketing delle grandi
aziende se ne sono accorte, e così hanno iniziato a
spuntare pubblicità televisive dove anche il prodotto
più industriale viene descritto come il risultato di
una lenta preparazione artigianale.
InItalianonabbiamobisognodi trucchetti dimar-
keting: siamo il Paese dei prodotti tipici, dell’ar-
tigianato di qualità, delle tradizioni produttive
.
L’importante è puntare sulla nostra autenticità, e
comunicarla al meglio, specie al Bar e al ristorante.
Non sono solo parole: funziona. Sbirciando le clas-
sifiche di TripAdvisor (per farci un’idea), in cima
non si trova mai il ristorante di lusso, ma quello
più autentico: a Roma, al momento della stesura di
questo articolo, a vincere è ‘Hosteria del Panino’, che
punta su prodotti tipici e birra artigianale a basso
prezzo. Il Bar 2.0? Sarà autentico, poco ma sicuro.
B
COME BRANDING
L’italiano è una lingua bellissima, ma certi concetti
sono intraducibili senza giri di parole. Il verbo “bran-
ding” è uno di questi: vuol dire all’incirca “costruire
unbrand efficace e profittevole”, dove brand significa
molto più di “logo” o “marchio”.
Il brand è il pro-
dotto dell’interazione tra impresa e consumatori
,
l’insieme dei significati e dei valori associati ad essa.
Ci sono bar e ristoranti che hanno un nome e
un’immaginemoltoaccattivantemanongodonodi
ottima fama
: il loro brand non funziona.
Viceversa,
altri locali lavoranomoltobene senzapreoccupar-
si troppo delle strategie di marketing
da adottare
per conquistare gli avventori. Quest’ultima categoria
si sta progressivamente assottigliando perché da un
lato le persone hanno meno soldi da spendere e
stanno più attente a scegliere il ristorante che più li
soddisfi, dall’altro la concorrenza, nell’era di internet