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FEBBRAIO 2016

Mixer

37

IL RISTORANTE MARCONI

MACCHERONI CON

ANGUILLA AFFUMICATA

E OSTRICHE

che mi sento di dire è che ho sempre vissuto il mio

mestiere senza la preoccupazione di essere donna, per-

tanto la dedizione al lavoro quotidiano mi ha portata

a determinati risultati.

Facciamo un passo indietro, il Ristorante Marconi

è stato creato dai tuoi genitori.

Raccontiamo la storia…

I miei genitori aprono il ristorante nel 1983 con una

cucina prettamente di pesce quando io, mio fratello

Massimo e mia sorella Mascia eravamo ancora piccini.

Man mano l’attività è andata avanti, noi siamo cresciuti

e abbiamo seguito le orme dei nostri genitori. Dal 2000

abbiamo impostato una nuova linea per il Ristorante

Marconi basato sul nostro credo di unire il concetto di

cucina e ospitalità.

Quando e perché hai deciso di metterti ai fornelli?

Crescendo nel mondo della ristorazione non c’è stata

una data, un momento preciso, è stata un’evoluzione

e un percorso naturale che mi hanno portato a questo

mestiere. Unmestieremoltosolido, sempre inmovimento

con una continua crescita ed evoluzione.

Una passione che nasce giorno dopo giorno, nella quo-

tidianità di questo mondo che è una continua scoperta

sia a livello lavorativo che personale.

Qual è stato il tuo percorso formativo?

Dopo aver frequentato l’istituto alberghiero, nel 2000

sono entrata subito a far parte dello staff del ristorante

dei miei genitori e, qualche anno dopo, ne ho preso le

redini insieme a mio fratello Massimo, iniziando così

il mio percorso in cucina.

Dal 2002 al 2006, approfittando del periodo delle va-

canze estive, ho trascorso qualche mese nelle cucine

di alcuni importanti chef, come Herbert Hintner del

ristorante Zur Rose di San Michele Appiano, Gaetano

Trovato del ristorante Arnolfo di Colle Val D’Elsa, Paolo

Lopriore del ristorante Il Canto della Certosa di Mag-

giano e lo chef basco Martin Berasategui.

Hai fatto l’Istituto Alberghiero in un periodo in cui

quel tipo di scuola non aveva grande credibilità.

Cosa è cambiato oggi? Perché così tanti giovani

s’iscrivono all’Alberghiero?

Probabilmente i giovani oggi sono incuriositi da questo

settore perché se ne parlamolto a livellomediatico, com-

plice il fatto che si vedono tanti chef in TV. Si ha forse

una visione travisata di quella che è la reale professione.

Probabilmente il nostro è visto come un lavoro creativo

che ti porta a viaggiare e vivere nuove esperienze, è

questa l’idea che immagino affascina un giovane che si

trova davanti alla scelta di un percorso di studi.

Sei stata premiata nel 2012 comemiglior chef donna

d’Italia. Cosa ha significato per te in termini perso-

nali, ma anche nel tuo approccio a questo lavoro?

È statoun riconoscimentomoltograditoedemozionante,

pur sapendo che ci sono molti altri chef, donne e uomi-

ni, che si meritano altrettante soddisfazioni lavorative.

Nel 2008èarrivata laStellaMichelin. Un’altragrande

soddisfazione, un volano per il ristorante…

Certo, grande soddisfazione per il lavoro intrapreso

nel nuovo progetto del Ristorante Marconi ma anche

gratificazione per tutto quello che i nostri genitori ci

hanno insegnato del mondo della ristorazione.