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Mixer

MAGGIO 2016

Sono stati ben 16 i professionisti del bere miscelato di Milano

impegnati a quattro mani dietro al bancone del Plastic, dalle 20,15

alle 4 del mattino, domenica 20 marzo. I loro nomi?

Enrico Contro

(Pravda Vodka Bar),

Fabio Spinelli

(Santeria Social Club),

Federica

Negri

(Twist on Classic),

Diego Ferrari

(Rotonda Bistrò),

Giaime

Mauri

(Belvedere Italian Ambassador),

Tommaso Cecca

(Trussardi

Cafè),

Michele Hu

(Chinese Box),

Francesco Cilento/Massimo

Saccone

(Turnè Night Bar),

Terry Monroe

(Opera 33),

Maurizio

Stocchetto

(Bar Basso),

Francesco Cione

(Octavius Bar/Replay

The Stage),

Mattia Pastori

(Mandarin Bar),

Corrado Bonfanti

(Bar

Cuore),

Franco Tucci Ponti

(Atomic Bar),

Danilo Spencer

(Elitabar)

e

David Grigolato

(Ugo Bar). Ma l’esperimento del bancone

condiviso era già iniziato venerdì 18 con

Flavio Angiolillo

(proprietario del Mag),

Mattia Lissoni

(patron del Pinch),

Oscar

Quagliarini

(barman del Bove’s)

Edoardo Nono

(titolare del Rita

di Milano). Che lancia un appello: «Per il futuro, propongo a Zero e

ai colleghi di organizzare una maratona di barman a fini benefici,

devolvendo l’incasso a una Onlus impegnata nel sociale». Un’idea

che piace tra gli altri a

Tommaso Cecca

, che però aggiunge:

«Per migliorare la maratona, ho due proposte. Primo, consiglio

di creare una postazione bar fuori dall’area dance, in modo da

consentire al barman di presentare i drink ai clienti, seppur in

modo rapido e sintetico. Perché è essenziale fornire informazioni

al cliente, raccontargli una storia e quindi emozionarlo, divertirlo e

incuriosirlo. Secondo, per trasmettere la cultura del bere di qualità

suggerisco di dotarsi di bicchieri di plastica migliore, se non è

possibile usare il vetro per ragioni di sicurezza».

LA PRIMA MARATONA DEI BARMAN

IL BARMAN GIAIME MAURI

di Alberto Gozzi, che condusse una meticolosa ricerca

sugli utensili professionali per il bar. «Il Boston shaker

Alessi è l’oggetto che più mi mette in contatto con la

natura artigianale della professione», spiega

Edoardo

Nono

, intervenuto all’incontro conAlbertoAlessi, presi-

dentedell’omonima aziendapiemontese,

CarloMazzeri

,

Alberto Gozzi

e

Oscar Quagliarini

. «Ricordo quando

muovevo i primi passi nel mondo della miscelazione –

continua Nono – e il passaggio dal classico shaker a tre

pezzi al Boston rappresentò per me un enorme passo

avanti». A proposito di dimensioni. Un classico Boston

può consentire di preparare fino a quattro cocktail

contemporaneamente.

Oscar Quagliarini

ha ideato

per primo un’alternativa più compatta sulla base del

Parisienne. «Dopo la fase iniziale con il Boston, mi

sono affezionato al Parisienne. A un certo punto, però,

ho sentito l’esigenza di disporre di uno strumento più

piccolo per la preparazione di un solo cocktail. Dal

momento che non esisteva sul mercato, ho studiato un

prototipo e l’ho fatto realizzare», racconta Quagliarini.

La sua linea di bar tool si chiama Cocktail First Question

Later ed è acquistabile anche in versione personalizzata.

«Proprio da quell’esperienza è nata l’idea di dare vita a

“Matrioscar”, un kit da viaggio che, nello spazio di un

classico Parisienne damezzo litro, include anche tutti gli

accessori, in vendita anche separatamente», conclude.

M

ALCUNI MOMENTI DELLA MARATONA DEI BARMAN