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iccoli vitigni crescono. Se la dimensione

si riferisce alla diffusione e non certo alle

potenzialità, va detto che le condizioni in

cui si determina la notorietà di una varietà,

chiamata spesso impropriamente minore,

non sono soltanto legate esclusivamente a fattori

come terreni, altitudini ed esposizioni. Non va

infatti dimenticato il fattore umano. In alcuni

casi l’uomo si muove tra il ruolo di inibitore ri-

spetto ad alcune varietà tipiche di un territorio,

a quello di vero e proprio paladino dell’autocto-

no. Va segnalato inoltre come la propagazione

di una tipologia di uva venga talvolta messa a

repentaglio dallo stesso territorio che invece

dovrebbe valorizzarla

.

BIANCO IN… TERRA DI ROSSI

Pensiamo alla Nascetta. Sto parlando di

un’uva

a bacca bianca che cresce in Piemonte

. Che

c’è di strano, diranno in molti, in fondo anche

Arneis, Moscato e Cortese, varietà con cui si pro-

duce il Gavi, condividono con essa le medesime

condizioni. Certo, anche se la Nascetta dimora

in quell’area del Piemonte chiamata Langa; una

zona in cui i rossi dominano se non addirittura

tiranneggiano. A questo aggiungete due ulteriori

fattori che ne hanno limitato, fino ad oggi, la

piena espressività. In primo luogo va ricordata

la ristretta localizzazione della Nascetta, visto

che quest’uva cresce – oggi sarebbe meglio di-

re cresceva vista la diffusione che sta avendo

anche al di fuori della zona cosiddetta classi-

ca – praticamente solo nel comune di Novello.

Non bisogna poi dimenticare una sfiducia dila-

gante nelle potenzialità del vitigno, tanto che i

produttori della zona si limitavano a declinarlo

attraverso un vino dolce di uso poco più che

domestico. Gli uomini, come detto qualche riga

più in alto, possono costituire un pericolo per

la sopravvivenza delle uve, ma possono anche

rappresentare un “salvavite”, perdonate il gioco

di parole, per questa pianta.

IL PAPÀ DELLA NASCETTA

Quest’ultimo caso ha per protagonista Valter

Fissore. Alla guida da anni insieme alla moglie

Luca Gardini

Romagnolo verace,

Luca Gardini inizia

giovanissimo la sua

carriera, divenendo

Sommelier Professionista

nel 2003 a soli 22 anni,

per poi essere incoronato,

già l’anno successivo,

miglior Sommelier d’Italia

e -nel 2010- Miglior

Sommelier del mondo.

La rinascita della Nascetta

UN VITIGNO BIANCO CHE

ABBINA CLASSE DI TRATTO

A TERRITORIALITÀ.

UN ESEMPIO DI COME L’ITALIA

ABBIA GIÀ NEL SUO DNA

ENOLOGICO GLI STRUMENTI

PER AFFERMARSI NEL MONDO

DEL VINO E DEI CONSUMI

LEGATI AD ESSO

DI LUCA GARDINI

GLI ESPERTI

80

Mixer

MAGGIO 2016

Il sommelier