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Una corsa

a tappe verso

il futuro

A

ll’inizio furono ghiaccio e carbone: è da qui che

prese le mosse la professione del distributore”.

Parteda lontano – esattamentedall’iniziodel secolo

scorso – il racconto di

LucioRoncoroni, direttore

del consorzio Cda.

“Poi, col boom degli anni ’50 e i nuovi elettrodomestici

– prosegue – ghiaccio e carbone passarono di moda. Il

nuovo business divennero allora le bibite (acqua, gasso-

sa, spuma) che, a quei tempi, il distributore produceva

personalmente. Ma fu solo negli anni ’70 – quando cioè

prese piede la produzione industriale – che il ruolo

del distributore, così come lo conosciamo oggi, ebbe

effettivamente il suo avvio.

Noi ci focalizziamo sugli ultimi 30 anni: può rac-

contarci quali fenomeni, a suo giudizio, hanno con-

dizionato questi 6 lustri, innescando un’ineludibile

evoluzione del sistema distributivo?

Direi che in questo lungo percorso, tre sono state le

tappe fondamentali in grado di condizionare e dirigere

gli sviluppi successivi. La prima strettamente attinen-

te all’innovazione, la seconda di carattere industriale,

l’ultima in ottica di strategia aziendale.

E tutti questi tre casi hanno dato la “scossa” a noi gros-

sisti, sono stati dei potenti catalizzatori di cambiamento,

ci hanno messo davanti a un’evidenza inequivocabile:

ILMONDO DELLA DISTRIBUZIONE:

TRENT’ANNI DI STORIA, DI EVENTI,

DI SNODI CRUCIALI SECONDO

LUCIO RONCORONI DI CDA

DI CARMELA IGNACCOLO

bisognava necessariamente lavorare in modo diverso

da prima. Sono pronto a riconoscerlo: l’industria, ha

sempre messo “pepe” sul mercato.

La prima svolta epocale è stata – a fine anni ’70

– l’introduzione del PET in Grande distribuzione.

Un cambio di packaging importante che, impattando

specialmente sull’acqua, ebbe forti ripercussioni an-

che sul business dei grossisti per cui a quei tempi il

segmento della minerale copriva tra il 60 e il 50% del

prodotto distribuito.

Per i distributori era giunto il momento di ripensare

il proprio ruolo. Fu questa esigenza a innescare, da lì

a pochi anni, la nascita dei primi Consorzi, concepiti

come nuove entità finalizzate ad armonizzare e norma-

lizzare una compagine di circa 20.000 aziende, piccole

e frammentate.

Quindi fu l’inizio di una nuova era?

Diciamo pure che i Consorzi si fecero portatori di un

significato profondo

:

fare sistema in modo da reagire

compatti alle novità che stavano scardinando il con-

sueto modus operandi, per proiettarsi verso una nuova

sfera di consumi, quella del fuori casa. E anche oggi,

a trent’anni di distanza, la regola d’oro (cui il Cda si

attiene fedelmente) rimane lamedesima: evolvere insie-

me alle esigenze dei propri associati, investendo sullo

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