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o di riso, devono essere chiamati latte e cappuccino

per essere presi in considerazione. Spesso il prodotto

completamente innovativo non funziona: bisogna che

richiami almeno inparte qualcosa di conosciuto”. Specie

in un momento della giornata “delicato” come la prima

colazione, dove si cerca rassicurazione e dolcezza prima

di affrontare la giornata.

CAFFÈ MONORIGINE E LATTI ALTERNATIVI

Sul fronte della tazzina il discorso è simile: cambia la

sostanza, non la forma. Nel 1986 le alternative era-

no limitate: c’era ancora la guerra fredda (il muro di

Berlino cade nel 1989), i film di 007 con il bene e il

male delimitati geograficamente, il caffè espresso da

miscela e il latte di mucca, nel cappuccino o per il

macchiato, caldo o freddo. Stop. Poi il muro è crollato

e il mondo si è, nel giro di pochi anni, globalizzato. Le

alternative si sono moltiplicate come in un gigantesco

supermercato planetario, e si è scoperto che il caffè

ha le stesse sfumature di un vitigno e che un italiano

su due è intollerante al latte di mucca. Il nuovo mil-

lennio poi si è aperto nel segno del salutismo. Alzi la

mano chi nel 1986 seguiva le linee guida dell’Oms,

I NUMERI

Un pasto in crescita

In 30 anni si sono ingrossate le file dei fan

del primo pasto del mattino. Se una volta

la colazione al bar era appannaggio di

uomini che spesso bevevano solo un caffè

veloce, oggi i tempi e i consumi si dilatano.

Si dedica più tempo a questo momento

ritenuto fondamentale dai nutrizionisti,

che consigliano di assumere il giusto

quantitativo di calorie. E gli italiani hanno

risposto. Secondo Istat, dal 1993 al 2012

la colazione è diventata un pasto

“adeguato” per l’82% degli italiani,

in crescita dal 66,8%. Oggi questa

percentuale ha superato il 90%.

E per il futuro si può ben sperare perché

in prima fila ci sono i giovani: fa colazione

il 98% dei ragazzi (15-24 anni), contro l’84%

del 2013. Per Eurisko il 92% degli italiani

fa un qualche tipo di colazione e tra questi

25 su 100 optano per cappuccio e brioche

al bar. Fipe “conta” cinque milioni di persone

che ogni giorno fanno colazione al bar,

scegliendo soprattutto caffè, cappuccino e

brioche, con una spesa media di 2,50 euro.

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