La rivincita delle donne
Il cambio di approccio verso la colazione, con una maggiore attenzione
alle sue valenze nutrizionali, è il risultato dei cambiamenti avvenuti nella
società italiana. In 30 anni i comportamenti e gli stili di vita sono mutati
profondamente, ben più che in altri periodi storici.
L’ondata delle nuove tecnologie, l’affermazione del Pc negli anni ‘90 e poi di
Internet e dei social network, la progressiva precarizzazione dell’esperienza
lavorativa, la globalizzazione con l’arrivo di nuove culture si portano dietro
odori, sapori e ingredienti “etnici” che, nel corso degli anni 2000 entrano di
fatto a far parte della nostra cultura (i giovani oggi affiancano sushi e kebab
alla nostrana pizza senza distinzioni di origine o tradizione). Infine, la grande
ondata salutista e a favore della sostenibilità, partita dai movimenti no global
dell’inizio del secolo, si è affermata tanto da diventare mainstream.
Tutto ciò ha portato a un allentamento e dilatamento dei tempi che ha influito
sui pasti, sfavorendone alcuni (il pranzo) per favorirne altri. A partire dalla
colazione. Che oggi, come in passato, piace di più alle donne, più attente a
salute e benessere: secondo Istat iniziano bene la giornata dal punto di vista
nutrizionale l’82% delle donne contro il 77% degli uomini.
l’Orgnizzazione mondiale della Sanità. Lo si faceva in
casi estremi, come l’incidente alla centrale nucleare
di Cernobyl che avvenne proprio quell’anno, e che
provocò tra l’altro la sospensione della vendita di lat-
te per qualche tempo. Oggi, sempre più clienti sono
attenti alla salute e alle intolleranze vere (quella al
lattosio) o presunte (quella al glutine, che colpisce un
2% scarso della popolazione ma è “seguita” da molti
altri). E quindi si chiede un’alternativa. Al bar entrano
il cappuccino di soia e il caffè al ginseng e torna in
auge persino quello d’orzo. I Millennials a partire dal
secondo decennio del secolo poi ragionano secondo
logiche gourmet (origine, qualità, biologico) e indugiano
sulla scelta – cosa una volta impensabile – del caffè,
ragionando su provenienza e cultivar.
COLAZIONE FUORI, MA NON AL BAR
L’aumento dei consumi e la rinnovata attenzione al
primo pasto della giornata ha gioco forza attirato nuovi
attori nell’arena della colazione fuori casa. Nel 2013
MCDonald’s annuncia l’introduzione in 300 locali del-
la caffetteria dedicata alla prima colazione. La base
è sempre quella: caffè, cappuccino e brioche, con
l’immancabile tocco americano di muffin, donuts e
pancakes. Ma ormai la colazione si fa un po’ ovunque.
In libreria (Feltrinelli propone a 2 euro la “colazione
naturale”: brioche di ferro a lievitazione lenta e cap-
puccino), nel negozio di abbigliamento o dal conces-
sionario auto si offrono caffè e rinfreschi. Certo, non
è questo il core business, ma i nuovi stili di vita fluidi
e in costante movimento richiedono anche questo:
trovare cibo ovunque e in qualsiasi situazione, fin
dalle prime ore del mattino. E un caffè e un cornetto
fragrante attirano clienti.
La colazione del futuro? Potrebbe essere a base di
farina di insetti e latte di canapa. Ma assomiglierà
ancora a un tradizionale, amatissimo cappuccio con
brioche.
M
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GIUGNO 2016