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RISTORAZIONE

Roncoroni e Nespor

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Mixer

LUGLIO/AGOSTO 2016

Continuerete a investire in nuove aperture?

BN

: La tentazione resta, ma sicuramente non lo faremo a

Milano. Comunque a dirla tutta ora non siamo alla ricerca

di nuove location, anche se restiamo sempre aperti a

valutare progetti di eventuali investitori interessati ad

aprire nuove attività nel nostro settore.

Voi proponete street food internazionale, ma com’è

lo scenario italiano?

ER

: Confuso. Bisognerebbe fare un po’ di chiarezza.

Complice la moda dei food truck, in Italia oggi tutto

viene etichettato come street food. Penso, per esempio,

al camioncino di ravioli in brodo venduti in piatti di

carta. Questo tipo di proposte non ha alcuna attinenza

con la vera tradizione del cibo di strada che nasce come

conseguenza del disagio e della povertà e che si tradu-

ce in stile di vita. Non a caso è un costume radicato a

Palermo, ma non a Milano!

Al Noodle Bar e al Taco Bar vige la formula dello

street food etnico con cocktail d’autore. Funziona?

BN

: Decisamente sì! In Italia il food pairing è una sfida

azzardata, ma il riscontro dipende anche molto dal tipo

di cucina proposto.

Per esempio, almessicano finda subitoè statoabbastanza

facile spingere il connubio drink-food perché nell’im-

maginario collettivo tacos e burritos si sposano con il

Margarita.

Al Noodle Bar, invece, all’inizio i cocktail hanno fati-

cato a decollare, nonostante nel tempo abbiano quasi

raggiunto il consumo di birra e vino.

Per darvi un’idea, oggi su 130 coperti di venerdì e di

sabato serviamo intorno ai 150 cocktail, conpuntedi 180!

Prospettive future: quali trend gastronomici dob-

biamo aspettarci?

ER

: Dopo l’attenzione per il Nord Europa, assisteremo

CHI SONO

Eugenio Roncoroni

e Beniamino Nespor

Iniziamo da una curiosità: i due chef

si conoscono da una vita, erano infatti

compagni di scuola alle medie. Classe

1983, Roncoroni è italo-americano:

papà milanese, mamma californiana.

Dopo il liceo si trasferisce a San

Francisco: parliamo della fine degli

anni ’90, quando la città vive un

incredibile fermento culinario

sull’onda della rivoluzione lanciata da

Alice Waters, la madre della cucina

americana, oggi vice presidente del

movimento Slow Food. “I miei maestri

sono stati chef come Janine Falvo,

Angelo Garro e Michael Tusk. Mi

hanno trasmesso la filosofia dell’alta

cucina e l’importanza di supportare

i piccoli produttori locali”, ricorda

Eugenio.

Classe 1982, Nespor è invece

italianissimo, ma negli States ha

vissuto a lungo per fare esperienza.

RONCORONI E NESPOR

SCHERZANO SULLA PREPARAZIONE

DEL VERO “CIBO DA STRADA”