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Mixer

/ OTTOBRE 2016

S

e qualcuno potesse leggere nella mente dei

clienti per conoscerne in anticipo richieste e

desideri, quest’uomo sarebbemilionarioe feli-

ce. Nonpotendo contare suquesti superpoteri

bisognamuoversi a vista, azzardare, immaginare, e spe-

rare che le scelte in termini di prodotti, di arredamento,

di idee e proposte siano apprezzate dagli avventori.

Non si tratta, per fortuna, di muoversi ad occhi chiusi

in un mondo inesplorato.

Ci sono sia la conoscenza

diretta dei propri clienti che le esperienze altrui da cui

prendere esempio e ispirazione. E noi di queste storie

cerchiamo di raccontarne il più possibile.

Quest’anno abbiamo provato a fare qualcosa di più.

Abbiamo commissionato ad una importante società

di ricerca specializzata nel nostro settore (TradeLab)

uno studio inesclusiva

per capire cosadesideri il cliente

del 2016 e quali siano le sue esigenze/richieste quando

entra in un locale, che si tratti di un bar, una pizzeria, un

ristoranteodiqualsiasialtraformuladipubblicoesercizio.

Nonpensiamo cheuna ricercapossa sostituirsi al “fiu-

to” e al sesto senso del gestore

, ma che gli spunti e i

dati possano essere tradotti in nuove idee ed attività. E

questo vale sempre, sia per un pub come per una piadi-

neria, per un ristorante che punta ad un target alto come

per una pizzeria da asporto, per un locale nel centro di

Roma come per uno in un piccolo paese in montagna.

Alcune importanti informazioni le abbiamo presentate

a Roma il 12 settembre durante il convegno organiz-

zato per i nostri 30 anni di attività e ora, mese dopo

mese, condivideremo queste informazioni sul giornale

con approfondimenti dedicati.

L’articolo introduttivo

che presentiamo a pagina 18 fornisce qualche prima

linea guida per conquistare i clienti

. La cosa che più

viene richiesta al gestore è l’autenticità. Che siano a

caccia di un caffè, di una pizza o di una cena, i clienti

chiedono sincerità e concretezza.

Tra i trendsucui simostranoparticolarmenteattenti ce

ne sono alcuni legati fra loro

: l’artigianalità dell’offerta,

il tema del benessere, l’attaccamento alle proprie radici.

Sono tutte voci, se ci pensiamobene, che attengono alla

qualità di quello che si consuma. E questo vale un po’

per tutto quello che si propone, vale per la scelta della

miscela di caffè, come per gli ingredienti di una pizza o

i prodotti alla base dei piatti di un ristorante.

E, per evitare chequesti concetti restino spunti teorici, ci

siamo sforzati di tradurli in consigli pratici per i gestori.

Affrontiamo con questo stesso taglio pratico an-

che la nuova legge sugli sprechi alimentari (a pag.

26)

, segnalando gli adempimenti fiscali e burocratici

da conoscere. In ogni caso, a meno che la burocrazia

non ci metta la mano, la parola d’ordine della legge è

“semplificazione degli adempimenti”.

Con l’approfondito articolo sul cibo di strada

(a pag.

42) torniamo ad uno dei concetti espressi all’inizio: non

limitarsi a raccontare ma fornire consigli e dare la pos-

sibilità di ispirarsi a chi “ce l’ha fatta”.

E sulla stesso linea d’onda si trova a pagina 66 l’ambizio-

so articolo che pretende di spiegare “

Come diventare

barman vincenti

”. E i consigli li abbiamo chiesti agli

unici titolati a darne, ossia chi il successo lo ha ottenuto

davvero...

Non basta

il sesto senso

Nessuno meglio del gestore conosce i propri clienti.

Ma è ugualmente saggio cogliere gli spunti forniti dalle ricerche

e ispirarsi a chi ha avuto successo

L’EDITORIALE

di David Migliori