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Mixer

/ NOVEMBRE 2016

IL PUNTO

del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani

A

rchiviatauna stagioneestivadaconsiderare

nel complessopositiva

anche se, visti i tempi,

nelle valutazioni ci si accontenta e a volte è

già importante non perdere altre posizioni, ci

si avvia verso un futuro difficile da decifrare.

Alle croniche incertezze che il Paese offre, con le pro-

spettive sul Referendum costituzionale che apre scenari

di confusione politico-istituzionale, che ripercuote effetti

indecifrabili sull’economia, si aggiungono levicendesulle

elezioni americane, le conseguenze della Brexit e tante

altre situazioni di criticità internazionale, che generano

insicurezze e preoccupazioni.

Ci vuolecoraggioperessereottimisti, anchese lafiducia

è fattore importante per superare paure diffuse,

che

nascono da fenomeni spesso più grandi di noi, e quindi

ingovernabili, che mettono in discussione certezze, de-

cisioni e obiettivi.

Kant sosteneva che nella vita sono tre le cose importanti:

qualcosa da fare, qualcuno da amare e qualcosa in cui

sperare. Il fare, l’amare e lo sperare, quindi, come rife-

rimenti di vita per l’uomo, che valgono però anche per

l’imprenditore,perchélecompetenzedelfare,lapassione

per il lavoro e la fiducia nei risultati costituiscono i valori

indispensabili per chi vuole intraprendere.

Aggrappandoci dunque alla filosofia, registriamo con

soddisfazione le recenti dichiarazioni del PremierRenzi

sulla volontà del suo Governo di sostenere la Ristorazio-

ne, prevedendo, nella Legge di Stabilità in discussione,

l’estensionedei

bonus fiscali

sugli investimentimigliorativi

anche nel nostro settore.

Già la sola dichiarata buona intenzione è segno di un

grande passo in avanti nella considerazione verso un

settore, spesso maltrattato e dimenticato dalla Politica,

anche per colpe vere!

Aver superato la diffidenza e il pregiudizio è già un

grande merito del settore,

che ha saputo trasmettere

i tanti valori – economici, sociali, culturali, gastronomici,

ecc. –che invece locaratterizzano, diventandofinalmente

degno di qualche ragionamento costruttivo, anche nella

direzione di rafforzarne le potenzialità quale formidabile

strumento di marketing del Paese.

Ilmondoha famedi italiano

” titolava un recente articolo

diMarcoGasperetti pubblicatosull’inserto“

Il Bellodell’I-

talia

” del Corriere della Sera, non solo per la musicalità

della sua lingua, per la sua bellezza diffusa, per la sua

cultura millenaria, ma anche per il suo cibo.

Merito di Expo, dei nostri grandi cuochi, di unmodello

diffusodi PubblicoEsercizio italiano

che, insieme, hanno

rafforzato un marchio Paese consolidato su uno stile di

vita,unaqualitàdeiprodotti,unsistemadiaccoglienzaap-

prezzato nel mondo, ora correttamente percepito anche

dalla Politica, che lo ritiene strategico, promuovendone

il miglioramento, offrendo incentivi fiscali alle Imprese.

Siamo consapevoli dei vincoli di bilancio che (probabil-

mente) limiteranno l’intervento pubblico, almeno inizial-

mente, ma un nuovo percorso è stato avviato.

Dovere di tutti, della Federazione in primis,

è quello

di saper trasformare queste lodevoli buone intenzioni in

provvedimenti di sostegno al settore, con una attività di

lobbyedi sensibilizzazioneadogni livellodellabuonaPo-

litica,conserieargomentazioniecomportamenticoerenti.

Infatti, adifferenzadelbene, ilmalepresentasempre il suo

conto, ancora più salato del nostro peggior Ristoratore!

Fare,

Amare, Sperare:

...da Kant a Renzi