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un meccanismo già oliato e fare

qualche investimento e il break

even è arrivato nel giro di po-

co”. In questo caso la base

di partenza era già buona:

un locale di buon livello,

un’organizzazioneefficien-

teeunocchiodi riguardoal

look, con tovagliato, piatti

e posateria che vanno ben

oltre lanormaledotazionedi

un bar. Quali i limiti di un ser-

vizio di catering offerto da chi,

normalmente, servirebbe quasi

unicamente colazioni, panini epochi

piatti? Il numero limitato di commensali

serviti, un menù non particolarmente ampio

né creativo (e non cucinato sul posto), e spostamenti di

pochi chilometri (diversamente i piatti arriverebbero fred-

di e “stanchi” dato che i bar, oltre il contenitore termico,

non vanno); servizio e mise en place, poi, mai all’altezza di

aziende specializzate.

Ameno che… “Ameno che – è la scelta di

Martina Duarte,

responsabile cateringdel bar Il Pappagallo di Roma

– non

si decida di fare i salto di qualità. Pacchetti personalizzati,

flessibilità, menù per ogni esigenza e richiesta, servizi ag-

giuntivi completi… Sono dieci anni che facciamo catering

e funziona. Ora come ora una percentuale del 40% del

nostro fatturato è rappresentata dal settore della risto-

razione”. Affermazioni forti e perentorie, queste ultime.

Faranno paura a chi il catering lo mastica di professione?

I

numeri, si sa, non mentono mai. E, seppur non recen-

tissimi, sono comunque impressionanti, raccontando di

un settore, quello del catering, in continua espansione

ed evoluzione. Nel nostro paese sono più di 160.000

i ristoranti veri e propri che se ne occupano, e ben oltre

500 le attività specializzate unicamente in questo ambito;

ambito che, tra alti e bassi non particolarmente importanti,

non conosce crisi ma che, anzi, vede aumentare piano piano

numeri e fatturato.

Daqualche tempohanno fiutato l’affareanche i bar e, inpunta

di piedi ma non troppo, hanno iniziato ad occuparsene con

risultati, dal puntodi vistaeconomico, incoraggianti. Essendo

però ancora in una fase embrionale del cambiamento, da

semplicebar a catering, occorrepensare, investire

e pianificare senza improvvisare; diversa-

mente il rischio è quello di tornare a

esserequelli di prima, conundan-

no di immagine ed economico

che potrebbe essere fatale.

UN’IDEA IN PIÙ

“Hocominciatoda15anni

a occuparmi di catering –

dice

MimmoMessinadel

BarGranGalàdiMilano

per offrire un servizio last

minuteaunmioconoscen-

te. Ha funzionato, anche

perché avevo già dipendenti

in sala e una cucina capace e

organizzata. Si è trattatodi affinare

MIMMO MESSINA

DEL BAR GRAN

GALÀ DI MILANO

ALLESTIMENTO

CATERING DEL BAR

IL PAPPAGALLO

DI ROMA

30

Mixer

/ APRILE 2017

PUBBLICO ESERCIZIO

Tendenze fuoricasa

Un bar a

tutto

È UN SETTORE IN CONTINUA EVOLUZIONE ED ESPANSIONE, CHE NON CONOSCE

SOSTA NÉ CRISI: IL CATERING È, MAI COME ORA, DINAMICO E APPETITOSO.

UN BRAND DELLA RISTORAZIONE GOLOSO PER MOLTI, IN PRIMIS PER I BAR, ALLA RICERCA

CONTINUA DI NUOVE OCCASIONI DI BUSINESS, PER CRESCERE E PROSPERARE

di Andrea Matteucci

CATERING