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MAGGIO 2017 /

Mixer

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sciamo tutto il percorso di allevamento e di nutrizione

degli animali. Una qualità che trasmettiamo al cliente.

E il passaparola di chi l’ha assaggiata è la cartina al

tornasole del nostro messaggio. Un modo, insomma,

per identificare molto chiaramente il prodotto e dare

garanzia di qualità. Poi ci sono le patate, fresche non

surgelate, selezionate in Abruzzo, e 50 tipi di birra

artigianale”. Ma anche il legame con i prodotti del

territorio, altro grande diktat di questi anni, funzio-

na: “In ogni città proponiamo un hamburger con un

ingrediente tipico del posto e una birra artigianale

locale”. Non manca il gluten-free: per gli intolleranti,

i celiaci, chi segue la moda. E il vegetariano, perché in

un gruppo di amici che vanno fuori a cena, sempre più

spesso c’è chi non mangia carne, e, pur in minoranza,

influenza la scelta del locale. È un prodotto camale-

ontico insomma questo hamburger, in linea perfetta

con i nuovi consumi e stili di vita.

LA FORZA DEL BRAND

Secondo la società canadese di ricerche Technomic,

gli hamburger sono consumati al ristorante più dagli

uomini che dalle donne (48% contro il 35%), e le ca-

ratteristiche ritenute più importanti sono la qualità e il

gusto della carne, seguiti dal rapporto qualità prezzo,

dalla qualità della farcitura e infine del pane.

La qualità si trasmette in vari modi, “è importante la

certificazione e l’origine, il nome.

C’ètuttoun ‘marketingdellacarne’ cheè fondamentale

per emergere dal mercato, perché il cliente richiede al

ristoratore continuità e una qualità

costante, chepermettedi creare un

rapporto continuativo e di fideliz-

zarlo. La tendenza oggi è questa: si

mangiameno carne,ma si ricercano

prodotti di qualità”–conferma

Luca

Lunati

,diCooperativa ItalianaCate-

ring–Ci sonopoi altri accorgimenti:

dal taglio al coltello, alla pressatura

a mano, a tutto il mondo delle far-

citure, che danno valore e varietà:

ma attenzione al giusto mix.

PAROLA ALLA SCIENZA…

E ALLO CHEF

Pare infatti cheesista “l’Hamburger

perfetto”. Lo ha codificato scienti-

ficamente lo chef Charles Michel al

Crossmodal Research Laboratory

LE MAGNIFICHE CARNI CHE

RENDONO L’HAMBURGER

GOURMET

Un hamburger per definirsi gourmet (e proporsi con un prezzo

più alto) deve avere un ingrediente fondamentale, di qualità

ineccepibile: la carne appunto. Ecco alcuni “brand” che,

dichiarati in menu, si prendono l’attenzione del cliente grazie al

loro “nome”.

CHIANINA:

antica razza bovina italiana, deve il nome alla zona

di allevamento: la Valdichiana. L’animale di grande taglia ha

un mantello bianco porcellana. La carne è caratterizzata dalla

finezza delle fibre e dalla marezzatura.

SCOTTONA:

è una giovane femmina di bovino che non è mai

stata gravida e di età non superiore a 16mesi, per cui fornisce

una carne molto tenera. È nota la scottona piemontese.

FASSONA PIEMONTESE:

razza bovina autoctona del Piemonte

profondamente legata alla tradizione contadina: era ritenuta

preziosa perché in grado di fornire carne, latte e forza lavoro.

Oggi la razza Piemontese è allevata nelle Province di Asti, Cuneo

e Torino. Ha un’alta resa di macellazione, è tenera e magra.

ANGUS (o Aberdeen Angus):

antichissima razza bovina da

carne, prende il nome dalla zona della Scozia di cui è originaria.

La carne è delicata e morbida, ricca di grasso di marezzatura.

WAGYU:

Ŗ

razze bovine giapponesi, alcune selezionate geneticamente per

avere carni con una elevata quantità di tessuto ricco di grassi

insaturi, che tendono a distribuirsi e lasciare striature evidenti

nelle masse muscolari. Il manzo di Kobe è il bovino dal manto

nero della razza di Tajima, allevato nella Prefettura di Hyogo.

Noto per il sapore, la tenerezza e la struttura grassa e ben

marmorizzata.

BISONTE:

no, non è più in via di estinzione, viene anzi allevato

in USA e Canada. La sua carne è magra e leggermente dolce.